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RACCONTI,POESIE, ARTE ,ARTICOLI SOCIALI, ED' ALTRO ANCORA , QUESTO E' IL VOSTRO SPAZIO PER FARVI CONOSCERE.LI PUBBLICHEREMO GRATUITAMENTE .
INGIUSTIZIE SOCIALI ? NESSUNO VI ASCOLTA ?PROVATE CON RIVERSANDO E CONVERSANDO , LO SPAZIO VIRTUALE APERTO A CHI NON HA UNO SPIRAGLIO DI ATTENZIONE.
Angolo Diedro
Se queste mura potessero parlare, se ne starebbero zitte. Non hanno niente da dire. Poi sono anche sorde. Vi è mai venuta voglia… di entrare da soli in una chiesa deserta, e farvi dichiarare marito e moglie? Sì? Allora restate con noi .Siete le persone giuste.
Venti e cinque. Il telefono , Sentiamo. Chiede se ho cinque minuti. Be’, sì. Mi ha tenuto al telefono fino alle venti e cinquanta. Quando ti lasciano, sono due le cose che fai. Primo: ti chiedi dove ho sbagliato, anche quando la colpa sta tutta dall’altra parte. Secondo: chiami un amico – o un’amica. Per capire. Già, ma l’amore è diventato un groviglio inestricabile: non c’è niente da capire. Dobbiamo solo adeguarci.
Io sono diventato la discarica sentimentale delle mie amiche. Quando hanno dei problemi, chiamano me. Al punto che ormai mi faccio imprestare i paramenti dal parroco. Se proprio devo confessarle, meglio farlo in veste ufficiale.
In questi anni, ho isolato qualcosa (un virus, forse un germe, o magari un microbo) che intacca di preferenza i rapporti di coppia. Non bada a sciocchezze come età, sesso o religione. Lui s’insinua. Poi aspetta. Il mito dell’Amore Eterno, Che Dura Per Sempre, si è rivelato per quello che effettivamente è: un mito. Bisogna metterlo in preventivo , L’amore può finire. E noi gli diamo una mano ad estinguersi.Ci sono quelli che dicono me la sposo perché ci sto insieme già da dieci anni. Sposala perché l’ami, scemo.
Altri decidono di convivere. Non è una cattiva idea. Come faccio a sapere se potrò sopportare qualcuno "per tutta la vita" se non passo un po’ di tempo con lui o con lei? Purché la convivenza sia frutto di convinzione, non di convenzione. Poi va a finire che vivono insieme sei anni, si sposano, e il matrimonio dura sei mesi…
Ah, ci sono pure quelle che lo
lasciano perché ho conosciuto in palestra uno che mi piace più
di mio marito. Sarà contento il consorte, Vedete, finché
si tratta di ragazzini e ragazzine, non ho niente da dire. Cambiano partner
con la stessa frequenza con cui variano l’abbigliamento, e senza combinarci
poi granché: un par de bacetti… due o tre uscite…
Mi lascia perplesso il comportamento
dei miei coetanei (io ne ho trentadue): di quelli, cioè, che l’età
"difficile" oppure "stupida" dovrebbero averla superata da tempo ,No! Li
vedi fare e dire cose avvilenti, degradanti, lesive della dignità
d’un essere umano. Si comportano come bambini: capricci… ragionamenti assurdi…
ripicche… silenzi…Pensateci bene. Se volete sposarvi perché vi sentite
soli, lasciate perdere, Compratevi un cane ,O un gatto ,Oppure una rivista
pornografica: se non altro, farete del male soltanto a voi stessi.
"Possa l’uomo ritornare allo stato primordiale se ha perso la capacità d’amare" da qualsiasi cosa ne trae fredda razionalità. Non più uomo, sentimento e cuore, ma freddo, meticoloso calcolatore, solo il povero sa riconoscere ancora il sentimento umano tanto caro a chi ha bisogno di conforto al triste sconforto sociale.
Poesie, dolci chimere senza peso
specifico "se non quello della carta", ma alla base della percezione umana
con se stesso e con gli altri, il passero solitario morì, la fame
lo mangiò, e i verdi pascoli furono invasi dalla voracità
delle vacche affamate di realtà. Dov’è la donna infranta
e mai appagata, mentre l’uomo si strugge d’amore? la risposta è
semplice, ma dal dottore, basta una pillola un illusione da ingerire.
Virilità sana e parola
spartana, niente è più trasmesso col cuore, anche la cultura
ha il suo bypass: dalla tasca al portafoglio il pass è breve, mentre
gli irti colli non più irti ma flosci e cadenti rispecchiano il
dire comune: apparire per non sparire, essere per non essere, perfetti…
La nostra società è il calderone da cui l’artista trae spunto, per fornire prove della sua arte.
Arte come forma d’espressione e non di repressione.
Prima esistevano dei modelli classici che rappresentavano la capacità di osservare e proporre l’arguta competizione fra l’uomo e la natura. L’uomo, nel manipolare la materia, e quindi gli strumenti della natura – colori tratti dalle materie prime, e cosi per le sculture e le tele – non si rendeva conto della grandezza della natura, ma s’OPPONEVA al dominio della natura, rappresentato nel Manierismo.
L’uomo si china alla potenza della natura. Michelangelo, nel Giudizio Universale e nei lavori eseguiti alla Cappella Sistina dal 1536 al 1541, comprese le sue opere architettoniche, impone alla materia tratti del suo carattere deciso e sempre tormentato e nel suo tormento che crea e si china al cospetto della grande forza che è la natura.
Adesso è tutto un manifestare di trasgressione e paure. Opposte sono le tendenze: i nostalgici che spaziano con modelli conosciuti e i futuristi, che sfruttano le nuove tecnologie elettroniche, PC televisione e altro. Creano un’arte non più tangibile, ma onirica, pronta al consumo della mente, adattabile al nostro gusto.
L’artista fornisce le basi e noi adattiamo, interagiamo col pensiero dell’artista. Ecco cosa esprime l’arte di adesso: la certezza che dietro un’opera vi sia una prova di esistenza attiva e non più il pensiero statico immortalato su una tela o in una scultura.
Si cerca la conferma della vita
eliminando la paura della morte e del grande senso di solitudine e inutilità
che può creare questa società, finito il tuo dovere produttivo
:Vivo, lavoro, quindi sono io insieme ad altri. Non lavoro: sono solo,
escluso dal sistema e chiuso in una casa con un contatto sempre più
astratto e protetto.
La nostra televisione, ormai il
contatto umano è dato dall’interagire di questi strumenti. La televisione
è il nostro mezzo di rappresentazione, mentre i grandi centri commerciali
sono le nostre piazze di ritrovo, arte al consumo come i nostri sporadici
contatti umani poco reali dentro e sempre più astratti fuori.
Mundial
Mundial del mi corazon, presto mi accingo sul mio bel poltron, mentre el mundial me entrippa la mente col pallon. Tutto è fermo e statico: se sta a ggioca’ el mundial, seduto al tuo ed anche al mio fianco dal ricco al ladron, tutti uniti e fratelli dietro alla squadra del corazon ci sentiamo un po’ coglion, mentre le belle donne ci passano sotto il nostro nason. Che cce frega esclama er romano ar piemontese: è meglio el mundial adesso, le donne ar prossimo mese. Tutti fratelli, un'unica fede, la bandiera tricolore, niente politica ma che cultura, solo sano e benefico fanatismo calcistico, d'altronde qui in Italia è il paese dei controsensi, in che paese dove può accadere, che in Parlamento si voglia aprire una commissione d’indagine solo perché il comportamento arbitrale durante una partita di calcio non è stato corretto a danno di una squadra, mentre il paese casca a pezzi socialmente.
Quindi, buon Mundial a tutti sia al politico cinico
e spietato, che a tutti coloro che formano la società dei magnaccioni
Forzaitalia senza allusioni di partito e per concludere,
Viva il Mundial.
Se occhi dal cielo,
guardano l'alba
oltre i confini
del bene e del male
quaggiù sulla terra
inondata di pianto
tra tante frontiere
vi è solo l'inferno
che brucia col sangue
di bimbi sgomenti
tra case distrutte
ed anche il pensiero
che sfiora la mente
carezza l'assurdo
un urlo nell'aria
la rabbia dei vinti.
C’è chi ama sempre
mettersi in vista,
questo si chiama
il protagonista,
chi è padrone
di mille avventure,
che ha attraversato
montagne e pianure
chi dice ho vinto
alla Lotteria
ma è solo una
megalomania,
chi minaccia di buttarsi
da un cornicione,
soltanto per
attirar l’attenzione.
Tutto questo in verità,
è gente senza
personalità,
vivono solo di fantasia,
senza iniziative
nella loro fobia,
vestono sempre
più disordinati,
per non passare
mai inosservati,
è solo questa
la verità,
di queste persone
che nessun capirà.
(Aprile 1998)
Forse gli Angeli
porteranno milioni di fiori
ancora
su questa dolce, grande
terra.
Forse grandi, soleggiate
spiagge
ti vedranno ancora
posarti godendo
il sole caldo
della vita
e, credo,
tantissime persone
saranno illuminate
dalla luce viva
del tuo feto sacro.
Io intanto mi metterò a correre
a non credo che mi
fermerò più,
il gabbiano
ha bisogno di aprire
le ali,
l’onda di
cavalcare la sua curva
e finire sulla spiaggia
coprendo con la sua acqua
tutta la sabbia che gli compete.
Forse
l’intricato gioco dei destini
non corre più
per noi due
assieme
ma certamente
non potrà più
dimenticare ...
Missione impassibile
Mi anno chiamato me perché
sono il peggiore.
Negarlo sarebbe inutile: i miei
fallimenti sono sotto gli occhi di tutti. Su ventiquattro missioni, ne
ho sputtanate venticinque.
Così, almeno, dicono.
Sarò sincero: io me ne infischio,
Per me è una passione.
Niente di personale: mi pagano e
io fallisco. Le tare genetiche fanno miracoli. Quando sei un eletto, non
c’è niente da fare. Segui il tuo destino e basta.
Ma nel tuo caso farò un’eccezione.
Mi hanno detto: vai e uccidilo,
sapendo (o forse sperando) che non ci sarei riuscito.
Avevano bisogno d’un finto attentato.
Questione d’immagine ,Già…
sai, sulle prime non t’avevo riconosciuto. Ma adesso so chi sei.
Ti ricordi anche tu, vero?
A scuola mi prendevi per il culo…
mi picchiavi… mi fregavi sempre la merenda… Hai sbagliato tutto, fin dall’inizio,
Invece d’implorare vigliaccamente pietà, appellandoti ad una presunta
vecchia amicizia fra noi, avresti dovuto chiedermi: che aspetto avrò
quando avrai finito con me? Nessun aspetto.
Di te rimarrà ben poco.
Il tuo pezzo più grosso sarà
visibile soltanto al microscopio.
Se vuoi fare un lavoro pulito, non
devi lasciare tracce.
Per questo, userò il plastico.
Ora ti lego come un salame.
Poi ti caccio in bocca l’esplosivo.
Poi…Addio, amico mio E non te la
prendere ,
Potrebbe andarti peggio :
potresti sopravvivere.
La vendetta di Palios
Il ragazzo leggeva sdraiato sul letto, tra le coperte aggrovigliate
ed il cuscino piegato alla bellemeglio dietro la testa.
Un bel libro, con carta patinata, bei disegni ed una grande mappa all'interno
che disegnava le vie dei personaggi e le loro avventure. Ramion il nano
e Lendil l'elfo uniti assieme ai loro popoli per la prima volta nella lotta
per la sopravvivenza contro le armate nere, e il gruppo dei Cercatori,
i rappresentanti dei vari popoli delle Terre Selvagge che cercheranno di
sconfiggere il Mago Nero: Dwold, Eleanor, Mirmin, Allanon e Caino.
Il sonno cominciò a prendere il ragazzo che lottava per riuscire
a finire la lettura, mancavano poche pagine, ma pian piano gli occhi si
chiusero e le mani lasciarono scivolare il libro sulla coperta, mentre
la copertina si slabbrava e mostrava il titolo del romanzo: "La vendetta
di Palios".
Mi misi dietro l'angolo e aspettai, quando il mago alzò le mani per lanciare l'incantesimo... lo presi per i polsi e strinsi fino a farlo urlare, poi lo scagliai con tutta la mia forza contro gli alambicchi e il suo tavolo, egli cadde a terra distruggendone gran parte e mi guardò con stupore misto ad una strana paura.
Palios guardò quello sconosciuto, quell'essere che gli stava
davanti, che aveva osato entrare nel suo laboratorio e che... c'era qualcosa
di estremamente strano in quegli occhi, nella capigliatura, persino nel
suo respiro... egli era... era un uomo r-e-a-l-e!!!
Come, come aveva fatto ad entrare in questa dimensione ?!
Annaspò col respiro per lo stupore ed il gelido terrore che
lo prese. Se quell'essere conosceva il resto della storia avrebbe potuto
anticiparlo in ogni mossa, finanche ucciderlo! Ma cosa diavolo ci faceva
quel dannato lettore nella sua storia... Si costrinse a pensare. Come personaggio
non aveva molte possibilità di sfuggire alla storia che l'autore
aveva creato per lui, ma in questo caso non fronteggiava altre dimensioni
fantastiche, si erano incontrate due dimensioni totalmente ed assolutamente
incompatibili!
Tutti i personaggi vivono la loro trama pur essendo consapevoli nel
profondo di tutto ciò che li circonda e che li ha creati, ma non
sono poi molti quelli che sono costretti a squarciare quel velo e mostrare
tutte le loro nudità al lettore!
Forse se si fosse costretto a seguire sì la storia, ma variando
anche di poco gli avvenimenti....
Il mago aveva il volto deformato e sempre più sconvolto.
Mi rammarico solo di non avere letto fino in fondo il romanzo, mi sono addormentato con una enorme rabbia e con un grande desiderio di entrare e fermare quel dannato stregone da quattro soldi, ed ora SONO QUI! Posso toccarlo e fermare i suoi sporchi piani! Ora mi muovo e lo branco di nuovo.
-"Dannazione!"
Palios pensava alla sua situazione.
"Certo io sono il personaggio negativo della storia, ma ormai nella
nostra epoca non esistono più personaggi tutti cattivi o tutti positivi,
anch'io d'altronde ho le mie buone ragioni e le mie qualità, e so
essere fedele ai miei alleati! Devo assolutamente spiegarglielo."
Il mago nero aprì la bocca, ma nessun suono ne uscì: era
troppo lontano dal racconto che doveva svolgersi.
Nel frattempo gli eventi precipitavano, il gruppetto dei prodi, l'elfo,
la ragazza, il giovane mago, il nano e l'antico signore, era riuscito a
penetrare nel castello e stava per recuperare la pietra magica che avrebbe
fermato le armate nere.
Palios avrebbe dovuto distruggerli con il suo potente incantesimo.
Il mago ripassava nella sua mente tutti gli avvenimenti accaduti negli altri volumi, in effetti questo era solo il quinto libro, ed il suo autore di solito si muoveva con sestilogìe di grande successo, non era giusto che lui non potesse avere il suo attimo di gloria. Il romanzo doveva finire con la sua vittoria! D'altronde non era una cosa poi così grave: ci doveva sempre essere un vincitore, per garantire la governabilità ed il senso degli avvenimenti, e nella storia umana si sa che si hanno periodi di grande libertà e felicità alternati con gravi tempi di violenze, sopraffazioni e dittature bagnate nel sangue dei sudditi. Palios era solo una pedina in questo gioco della necessità storica.
Nel passare accanto al tavolo delle magie, mi accorsi di un grosso pezzo
di ferro usato per mescolare le pozioni acide, lo brancai con voluttà
e decisi di passare all'azione.
Alzai il randello e lo brandii per colpire con tutta la forza quell'essere
schifoso...
Non c'erano più tante possibilità... Palios annaspava con il cervello alla ricerca di una soluzione rapida, doveva, doveva esserci qualcosa... Neppure il racconto originario era poi tanto diverso intuì Palios con un improvviso ghigno di felicità, la spada del cavaliere era ora un randello di metallo, ed il finale vedeva l'unico superstite del gruppo con la mano bruciata dall'antica spada resa incandescente!
"Cavolo! " mi sono svegliato urlando, guardo la mia mano per un attimo, è rossa e gonfia, ma non perdo tempo e mi butto sul libro abbandonato a terra vicino al letto usando la luce fioca del lampione sotto casa, mi manca solo l'ultima pagina.
Il mago alzò le mani al cielo...
(1 – continua)
Parte Seconda (finale)
13 e 57 – E’ arrivato l’extra con i gelati. Giorgia ha preso un Magnum. Sarà il gelato più osservato degli ultimi tempi. Ormai ci sono trentacinque persone sulla spiaggia – tra cui dodici donne – tutte in cerchio rispetto a Giorgia.
14.12 – Giorgia prende la bottiglietta d’olio abbronzante e comincia a spalmarselo sul corpo, seno compreso. Sulla spiaggia cala un silenzio tombale, si sente solo il movimento delle sue dita. Adesso è tutta unta, e la perfezione del suo corpo risalta splendidamente.
14.14 – Il ragazzo sui venticinque, seduto al fianco di Giorgia, che nel frattempo si è letteralmente ustionato, si avvicina, le sorride, e le chiede nell’ordine che ore sono, se è italiana, se le piace Forte dei Marmi, se viene spesso alla spiaggia libera, se ha visto l’ultimo film di Bruce Willis e se ha letto l’ultimo libro di Baricco. Giorgia si destreggia con abilità.
14.25 – Giorgia e Roberto (così si chiama lui) fanno il bagno insieme. L’olio solare di Giorgia si scioglie nell’acqua, la pelle devastata di Roberto si quieta grazie all’idratazione.
15.42 – Giorgia si congeda da Roberto – non dopo che quest’ultimo le abbia strappato la promessa di unirsi a lui quella sera. Decidono di vedersi sul forte alle nove, per mangiare qualcosa. Giorgia s’infila il body elasticizzato, che a fatica rinchiude le sue misure perfette. Sulla spiaggia cala nuovamente il silenzio.
15.49 – Anche Roberto lascia la spiaggia. Il suo corpo è violaceo, ma sul volto ha stampato un’espressione di compiacimento.
17.35 – Simona, un’amica di Giorgia, mi lascia le chiavi del suo appartamento di Pisa.
20.48 – Roberto posteggia la sua Mercedes Benz – nera metallizzata – nel parcheggio a pagamento della pineta di Forte, dietro al viale del passeggio. Il suo digitale inizia a trillare non appena scende dalla vettura. Lui risponde, parla per qualche minuto. Passa qualche macchina, sento soltanto che ha un terribile mal di schiena, che proprio non può uscire quella sera.
21.45 – Giorgia arriva all’appuntamento. Indossa un vestito intero nero, aderente, che lascia scoperte le spalle e le cosce. Niente biancheria intima, solo un paio d’autoreggenti neri. Lui sfodera un completo Ferrè estate con cravatta Ermenegildo Zegna. È cosparso d’Armani uomo.
22.14 – Una telefonata anonima giunge ai carabinieri di Pisa; pochi minuti più tardi una seconda telefonata, questa volta alla redazione di Livorno del "Tirreno".
22.22 – Mentre aspettano l’antipasto lui sorride e le chiede nell’ordine, se non è mai stata a Parma, se le piace la musica jazz, se ha già convertito il cellulare, se conosce il Portogallo e se non ha mai viaggiato su Internet. Giorgia continua a destreggiarsi con abilità. Seduto su una panchina di marmo, appena al di fuori del ristorante, un ragazzo sfoglia una copia della "Gazzetta dello Sport", fingendo di interessarsi ai punteggi dell’ultimo europeo.
23.24 – Giorgia si offre di dividere
il conto di Danilo, il più prestigioso ristorante di Forte, lui
indignato, rifiuta, congedando al maître la sua Master Card Visa.
Lei ha mangiato di tutto, dall’antipasto di gamberi al risotto ai frutti
del baltico, dallo stracotto di salmone alla cotoletta al tartufo, il tutto
condito da riserva Berlucchi. Sono 145.000 a testa. Lui incassa, e aspetta.
24.39 – Dopo una lunga passeggiata
nel corso, dopo estenuanti fermate alle vetrine degli atelier più
lussuosi, dopo una coppa gelato sui tavolini in piazzetta, la "frutti di
bosco con fragole e panna montata" gigante, Giorgia propone di andare da
lei, a Pisa. Ha la casa libera: i suoi sono in Giappone. Lui sorride, accende
la quattordicesima Camel e controlla la tasca interna della giacca.
24.57 – Sull’autostrada Genova–Livorno
il tachimetro della Mercedes sfiora i 195 orari. Lei, sporgendosi in avanti
per dipingere le labbra di rosso Lancome, non si avvede che l’abito la
spoglia – ormai – al di sopra delle giarrettiere in pizzo.
01.30 – Giorgia apre la porta di casa
e subito viene investita dalla foga di Roberto. Giorgia si spoglia e lo
spoglia. Lei rimane solo in giarrettiere e scarpette, sedici centimetri
complessivi di tacco, abbronzantissima e con i capelli che le cadono sulle
spalle. Lui è completamente nudo, ustionato dal sole, con diciassette
centimetri d’erezione. Si trasferiscono in camera da letto. Lei comincia
ad accarezzarlo, a dargli buffetti d’amore, a dispetto delle scottature,
lui inizia a leccarla, un po’ dappertutto. Lei lo prende in mano e comincia
ad agitarlo. "Non c’è bisogno" sospira lui, "D’accordo" concede
lei, "mettiti il preservativo che sono tutta un fuoco". I preservativi,
che lui giurava di avere con sé, non si trovano più. Giorgia
gli consiglia di andare a comprarli, la scatola da dodici, non si sa mai,
alla farmacia notturna di Piazza dei Miracoli. Lui acconsente disperato,
le mordicchia per l’ultima volta il capezzolo sinistro – si riveste – e
parte alla disperata ricerca di preservativi.
02.17 – Un giovane sospetto viene fermato in Piazza dei Miracoli. Nel baule della sua auto viene rinvenuta una cassa ripiena di tritolo, pronta a far saltare la torre pendente, come annunciato in una telefonata anonima alla stazione dei carabinieri qualche ora prima. Il giovane dichiara di essere alla ricerca di profilattici, ma i controlli, subito disposti, accertano che in via degli Abelardi n.14 non abita tal Carla Venturi (lo pseudonimo di Giorgia), come il giovane aveva dichiarato, ma Simona Aguzzoli, che viene dichiarata completamente estranea alla vicenda.
Nei giorni successivi ci furono diverse discussioni tra me e Giorgia. D’accordo, sostenevo, la nostra preda era finita nella trappola, tutto era filato liscio, ma queste non erano le condizioni iniziali della scommessa. A Roberto non era stata data nemmeno una possibilità di salvarsi, nemmeno un indizio che gli permettesse di intuire il pericolo imminente. Nell’esecuzione del nostro piano eravamo stati troppo perfetti. Il fatto stesso che Roberto fosse cascato nella rete, ribatteva Giorgia, avallava la scommessa; come avrebbe potuto pensare, quel ridicolo essere, di conquistare una donna come lei in una sera soltanto? Quest’ultima osservazione, continuavo per nulla convinto, non poteva essere iscritta a sostegno della tesi iniziale: quanto spesso una ragazza – soprattutto in vacanza, libera da occhi indiscreti, lontana dalle convenzioni sociali – si schiudeva al primo venuto, dopo una sera o poche ore soltanto di rapida conoscenza? Questo era successo con Roberto, nient’altro che questo. Ma non ci fu niente da fare, Giorgia non volle sentire ragioni, e fui costretto ad offrirle un gelato in piazzetta.
Roberto Ferrari di Parma è
tuttora in attesa di giudizio per detenzione di esplosivi, associazione
a delinquere, tentato danneggiamento del patrimonio artistico e tentata
strage.
Si è sempre dichiarato innocente.
(2 – fine)
Parte Prima
E= mc²
Nel 1905 (otto anni prima che Gideon Sundback di Hobocken, New Jersey, facesse patentare la chiusura lampo), un ometto dai capelli folti e crespi, ebreo (ma ebrei erano anche Marx e Freud), rese pubblica un’ipotesi di lavoro che portava il titolo di Teoria della relatività. Questi studi, che segnarono l’inizio della fisica moderna, conferirono al loro autore una fama imperitura.
In seguito, la prima moglie dello scienziato avrebbe riferito che lui a casa si comportava da autentico despota: quando si ritirava nella sua stanza non voleva sentire volare nemmeno una mosca; inoltre i familiari dovevano tenersi sempre pronti a soddisfare ogni suo desiderio. Può darsi, in effetti, che il successo gli avesse dato un po’ alla testa. Ma Einstein cercò sempre di evitare i bagni nella folla. Piegato sulle sue carte, proseguiva a fare calcoli – si trattava di fisica? Di pura matematica? – sobbalzando ogni qualvolta un suono proveniva dall’esterno. Allora tirava fuori il suo orologio da tasca senza catena e con coperchio a scatto, fissava con inquietudine il quadrante e la fronte gli s’imperlava di sudore.
Ma Einstein era dotato anche di una certa dose di buon umore, come testimoniano queste sue parole pronunciate durante un convegno per spiegare la relatività:
Quando un uomo passa un’ora in compagnia
di una bella ragazza, a lui sembrerà un minuto. Ma fategli passare
un minuto seduto su un forno acceso, e quel breve lasso di tempo gli sembrerà
più lungo di un’ora.
Consultava l’orologio, provando un
inspiegabile senso di colpa. Ancora quanto? si chiedeva. E, mentre studiava
e rimuginava, nell’Africa sudoccidentale tedesca scoppiava la rivolta degli
Ottentotti, che l’esercito colonizzatore di Guglielmo II riusciva però
a tenere a bada fino a soffocarne i focolari. Einstein/Nietsnie ansimava
sul quadrante della cipolla (Oh, quanto ancora?) e il nuovo secolo lasciava
già intravedere ciò che sarebbe diventato: un’era crudele,
costellata di colpi di scena e colpi di maglio, di lampi di genio e lampi
di morte. La chiave meccanica e il bisturi raccoglievano i primi trionfi;
nelle grandi città si passava dalla lampada a petrolio all’elettricità;
la gente si spostava sempre meno in omnibus (il tram trainato da cavalli)
e scopriva il piacere di viaggiare in automobile.
Nel 1903 fu pubblicato a Vienna – e, quasi contemporaneamente, anche a Lipsia – Sesso e carattere, di un certo Otto Weininger. Un libro di 600 pagine il cui tredicesimo capitolo, intitolato L’ebraismo, negava che gli ebrei possedessero un’anima, "perché appartenenti a una razza femminea". Weininger (che in una nota a piè di pagina si riconosceva ebreo) si sarebbe suicidato pochi anni dopo. L’idea della bisessualità, come successivamente si scoprì, era plagiata dal libello antisemita di un certo Fliess; tutte le teorie pseudoscientifiche di Sesso e carattere (che in molte case trovò posto sul focolare, accanto alla Bibbia) si rifacevano al "biologismo" tedesco, che esaltava la superiorità della razza ariana e negava agli ebrei ogni possibilità di integrarsi nella società.
La censura del Reich sapeva dove colpire e dove invece chiudere un occhio o addirittura entrambi. Per il suo dipinto Il bacio, che mostra una ragazza nuda, Gustav Klimt dovette trascorrere tre mesi in gattabuia. Nello stesso tempo il Simplicissimus, un periodico umoristico la cui ironia mordente non risparmiava nessuno dei personaggi della politica e dello spettacolo, raggiungeva tirature vertiginose.
Nel 1909 fu dato l’annuncio della scoperta di un medicamento contro la sifilide: il Salversan. Un decreto governativo stabilì che in Germania i bambini dai nove anni in su potevano lavorare nelle fabbriche in turni di "sole" dieci ore. Il Kaiser ricevette a Potsdam la visita dello zar Nicola II.
Nel 1911 vi fu la crisi del Marocco, che la Germania risolse inviando la corazzata Panther. I due anni successivi videro lo svolgersi delle guerre balcaniche. La risonanza ottenuta dalla Teoria della relatività consentì ad Einstein di lasciare Berna, dopo sette anni di lavoro nell’Ufficio Brevetti della capitale elvetica, per assumere la docenza di fisica teorica dapprima all’università di Zurigo, poi a quella di Praga. Intanto il fisico americano Millikan confermava la validità della formula E=mc² tramite esperimenti con le fotoemissioni (1912–1915).
Vista nel suo insieme, la teoria della relatività è una combinazione d’arte matematica, intuizione fisica e saggezza filosofica. Essa si può riassumere così: spazio, tempo e massa dipendono dalle condizioni di chi osserva (se si muove, se sta fermo, ecc.) e sono, perciò, grandezze relative.
Quest’assioma, che all’apparenza è semplicissimo, porta con sé implicazioni assai vaste.
All’inizio del XX secolo il mondo
fisico si presentava alquanto stretto. Albert Einstein fece saltare le
barriere visive, allargando gli orizzonti e offrendo allo sguardo nuovi
territori da esplorare. Nello stesso tempo, smentiva i sostenitori di un
universo infinito: secondo lui, il cosmo aveva un raggio di appena un miliardo
d’anni luce.Einstein, come Spinoza e Leibniz (e come più tardi Merleau–Ponty),
c’insegna che ogni punto nell'universo è il centro dello stesso
universo. Oggi purtroppo la sua teoria della relatività viene ricordata
soprattutto per essere alla base degli esperimenti che condussero Enrico
Fermi, Robert Oppenheimer e gli altri scienziati di stanza a Chicago, alla
costruzione della prima bomba atomica.
(1 – continua)
A partire dal prossimo numero, Riversando e Conversando cambia veste grafica. Increduli e distratti vadano rileggersi gli Avvisi redazionali del numero scorso.
Pensare di poter fare – sia pure artigianalmente, sia pure "fra noi" – del desktop publishing con Word 97 è più o meno come montare il motore d’una Ferrari su una Panda. Va avanti per qualche metro, poi vi pianta fra atroci bestemmie (le vostre).
Ho acquistato Publisher 98 proprio per questo. Per fare finta che questo sia un giornale di quelli veri. Per trattarci non dico bene, ma almeno decentemente.
Alessandro Mazzoli, già "collega" durante gli anni (in)gloriosi d’una pubblicazione (dall’oscuro nome di AltraCittà) che sicuramente nessuno ricorda, oltre a spacciarsi – non si capisce bene a che titolo – per "umanista" ha contribuito con pezzi suoi, e frattaglie sparse raccattate via Rete.
È stato lui a insinuare biecamente fra le pieghe di Internet i primi numeri di Riversando (rivedere anche in questo caso uno dei vecchi Angoli diedri).
Al prossimo numero, che tarderà forse più del previsto, rispetto a questo , Si è infatti scoperto che quella che credevo essere una semplice e vile lombalgia, in realtà era una feroce ernia del disco sotto mentite spoglie.
Abbiate cura del vostro (culo) come io avrò cura del mio. Voglio dire… se ci sediamo sopra, a qualcosa servirà.
Cercasi con urgenza natiche di
ricambio già martoriate da patologia pseudo-lombare. Offresi in
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