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 Ghiaccio a strati inverno 2011... di Alex
 
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La bellezza nell'arte: la complessità naturale ricondotta all'equilibrio tramite profonde risonanze interne.

Alex
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di Alex (del 28/07/2023 @ 09:32:01, in Società, linkato 257 volte)

Nella storia le società hanno sempre ottenuto il controllo delle scelte del popolo, anticamente tramite la cultura, la religione e la forza militare;

in epoca più moderna, dopo l'avvento della borgheisa, si è aggiunto il controllo tramite l'economia.

Nell'epoca odierna il controllo delle masse è molto evidente e noto a tutti:

  • la cultura (le scuole),
  • l'informazione (giornali e televisione) ed oggi anche i social network,
  • il sistema culturale capitalistico quindi i soldi e il lavoro, strutturato attraverso le banche, i prestiti e le tasse e tramite la cultura consumistica, quindi la tecnologia e i beni superflui.

I messaggi dei media, il controllo economico, il controllo tramite gli imput dei cellulari.. è tutto molto chiaro ed evidente, ma può provocare varie reazioni, vari rifiuti.

Di fatto le società alternative (nell'ordine di pochi punti percentuali) al margine di quella principale, non fanno che confermare il richiamo alla vita dei beni, e dei servizi in cambio del controllo.

I fallimenti dei poiccoli gruppi alternativi che spesso vengono coinvolti da altre forme di dipendenza, non fanno che peggiorare la potenza del sistema vincente.

Quale modo migliore per distogliere le persone che non si sentono complete nel sistema più diffuso dalle questioni più evidenti (disparità socioe-conomica, ingiustizia, fallimento della gestione sociale, impoverimento culturale, sempre maggior dipendenza economica), ottenute con i soliti semplici e poco costosi metodi antichi, che utilizzare teorie di controllo teconologico o segreto... si ottiene uno spostamento dell'attenzione, molto più controllabile di chi invece smonta il sistema dall'interno e ne evidenzia i limiti e le bassezze, magari facendo presente modalità più virtuose di azione.

Di fatto ritengo che sia sempre stato più funzionale cambiare, riformare il sistema dall'interno, con l'esempio e il ragionamento, questo in quanto la storias ci ha indicato che gli sconvolgimenti più intensi come le rivoluzioni hanno sempre distrutto in modo totale cose positive e negative e creato il terreno per le peggori restaurazioni. La violenza non ha mai creato sistemi socio-culturali liberi, vbitali e con evoluzioni positive... in parte solo quella francese, nel lungo periodo, ha stravolto il sistema precedente, ma consegnando poi l'occidente al capitalismo ed al consumisno di oggi, le rivoluzioni popoalri si sono sempre purtroppo risolte in nulla, la rivolta a Cuba, in Russia, hanno certo distrtutto un sistema di potere inaccettabile, ma consegnandolo ad altri sistemi di potere altrettanto gretti.

Ove non sia presente una dittatura, credo che la trasformazione sia il sistema più conveniente.

 

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Di Alex (del 15/01/2023 @ 14:48:13, in Informatica, linkato 311 volte)

Il Kospet Optimus 2 ritengo sia il migliore smartwatch android completo sul mercato. Vediamo le caratteristiche.

Doppia CPU Helio P22 e PAR 2822
3gb Ram 64gb ROM (52gb free)
Schermo 400x400 1,6"
Batteria 1260 mAh
System Android 10Camera rotatante 13Mpx + Flash
4g SMS telefono con NanoSIM
GPS cardiofrenquenzimetro.

Lo smartwatch è grosso, ma poco pesante, lo schermo è grande e comodo, anche se con le solite limitazioni della visualizzazione circolare, alcune app non funzionano anche passando allo schermo quadrato.

I punti di forza sono: lo schermo, il flash che lo rende un ottima torcia, la forocamera decente marca Sony, la risposta ottima ai comandi, una batteria che utilizzata con attenzione arriva a 5giorni.

I limiti: l'accensione con la rotazione del polso funziona poco e male, nessun sensore di luce ambientale, Android 10 è limitato e senza plugin dei servizi Google.

Detto questo però si possono mettere in campo alcune soluzioni:
1. app Gravity Screen per l'accensione con il polso
2. app Lux per adattare la luce con la rilevazione luminosa da fotocamera
3. app Smart Touch Pro per gestire e le app dallo schermo iniziale, tra l'altro questo permette di fare tutto anche in modalità sport con la cpu a basso consumo!
4. app Watch Droid Assistant per le notifiche dal cellulare
5. app OneCalendar per visualizzare e gestire google calendar senza plugin
6. sincronizzazione contatti con Bluetooth per bypassare la mancanza del google service

Ovvio che sia meglio utilizzare queste app solo a necessità, io poi ho messo Flagme nel caso di emergenze e la gestione dei file per i dischi di rete e tapo per le lampadine...

Lo Smartwatch ha una batteria ottima se si utilizza come orologio e si attivano le connessioni e le applicazioni solo alla necessità, si arriva a 5gg, un po' di più utilizzando la modalità sport e SmartTouch per lanciare le impostazioni e le applicazioni.

Inoltre è comodo come torcia, sveglia a vibrazione, fotocamera di emergenza, per leggere le  notizie e chiamare in caso di mancanza del cellulare.

I tasti sono grandi e comodi e duraturi, invece è delicata la corona in cermica e debole nelle cadute: meglio applicarci uno strato di sugru e creare un orologio indistruttibile.

Io ho elaborato un progetto di watchface cambiando le immagini ottenendo uno schermo bianco su nero, con numeri ampi, poche informazioni immediate in italiano, ora è comodissimo.

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Di Alex (del 09/12/2022 @ 07:29:37, in Consigli tecnici, linkato 282 volte)

La mia avventura con i monopattini elettrici inizia nel maggio 2020, grazie all’ennesimo bonus, il bonus mobilità, decido di provare questo strumento: avendo problemi di mobilità a piedi oltre alle ginocchia, avere uno strumento pieghevole che possa aiutare il viaggio dal parcheggio all’ufficio od anche agevolare tutto il viaggio da casa a lavoro di circa 4 km, risultava un’ottima idea.

Avevo già testato una biciclettina elettrica pieghevole, terribile in quanto pesantissima e con le ruote piccolissime, oppure una biciletta stile Graziella, ripiegabile, molto meglio, ma dura nelle salite non avendo rapporti particolari…

Subito dopo il lock-down ho iniziato a viaggiare, bellissimo e comodissimo, per due anni il mio Ninebot ES1 è stato un fedele compagno di viaggio, un po’ terribile sui sanpietrini, ma senza mai perdere un colpo, ed ancora con una ottima batteria.

Fino a metà 2022 quando, a causa dei colpi dovuti ai miei 100kg + ruotine piene + ammortizzatore minimo, il manubrio è divenuto basculante.. lo porto ad aggiustare, ma passano i mesi, decido allora di tentare la fortuna con un usato dubitando che l’Es1 potesse tornare in forma: trovo un eccellente Ninebot E25e, meraviglia, aggiungo anche le frecce, ma nel giro di un mese lo rubano, e da qui sono stato costretto a diventare un po’ esperto avendo in sequenza acquistato per coprire la mancanza: un Ninebot F25e e un Teklio TK1.

Non ho mai provato e non acquisterò oggetti da 1000€ visto come vengono rubati in 2 secondi e i rischi che si corrono a viaggiare per strada, preferisco strumenti leggeri per viaggi rapidi, comodi e di poco prezzo…

Da ciò che ho potuto comprendere le caratteristiche principali dei monopattini elettrici sono queste:

  • -          Potenza motore, tralasciando la velocità che è calmierata per legge, ma importante per la forza;
  • -          Freni, di vario tipo, ma attenzione che la cosa peggiore è proprio frenare di colpo;
  • -          Ruote, di varie dimensioni, piene o a camera d’aria;
  • -          Centralina di gestione;
  • -          Le dimensioni.

La potenza.

Mentre l’Es1 e l’E25e mi hanno sempre trasportato egregiamente sulle salite, nonostante il peso ed anche l’eventuale partenza in salita, ecco che l’F25e si è sempre rifiutato di farlo, al di là del fatto che probabilmente c’è un problema di connettori è anche vero che Es1 e25 e f25e sono lo stesso modello nelle versioni successive, ma la potenza di quest’ultimo non è la stessa degli altri, occorre verificare la potenza erogata dalle batterie, quella del motore e il livello di salita indicato (10% in questo caso 15-20% gli altri).

Se si è leggeri di peso probabilmente non cambia nulla, ma oltre gli 80kg è meglio tenere conto di questi elementi.

I freni

Anche se sembra che frenare sia la cosa più importante per evitare danni, è anche vero che il monopattino non è una struttura avvolgente, se si blocca ti scaraventa contro quello che cerchi di evitare o alla peggio per terra.

La frenata occorre che sia tosta ma prolungata e solo al termine che possa bloccare e ruote: questo rende possibile accompagnare l’arresto con la piegatura delle gambe e saltare giù dal mezzo quando è quasi fermo, un blocco improvviso non agevola questi accorgimenti.

L’Es1 ha sempre rallentato senza bloccare avendo un solo freno elettronico, ma in un caso mi ha gettato per terra… l’E25e può gestire la potenza dei freni ed avendone due elettronici risulta il migliore di tutti, rallenta bene senza bloccare, l’f25e avrebbe la combinazione freni elettronici e a disco fisico, ma ha uno strano modo di rallentare per poi rilasciare le ruote alla fine ottenendo un momento di angoscia prima di bloccare con il freno a disco, non mi piace. Il Teklio ha entrambi i freni, ha una modalità più completa di frenata, ma blocca un po’ troppo, anche se è già molto per un oggetto molto piccolo, ma molto dinamico e rapido che porta anche pesi di 120kg.

Probabilmente, se tutto fosse ben calibrato, poter rallentare con i freni elettronici che dosano la potenza e alla fine bloccare con il freno a disco senza allentamenti o inchiodate, sarebbe il meglio.

Le ruote

Di fatto esistono due tipologie: piene, senza rischio di buchi e con camera d’aria.
Devo dire fino a che non ho cambiato, soffrivo molto la percezione di ogni dettaglio della strada con le ruotine piene dell’Es1, certo avere la certezza che le ruote sono sempre pronte non è poco, ma neppure quelle più ampie e a più strati dell’E25e sono realmente comodo, mentre Teklio e F25e ti permettono di viaggiare senza più temere alcuna asperità o buche stradali, certo vanno gonfiate (è bene acquistare un mini compressore portatile a batteria) ed in un caso ho dovuto ricorrere allo slime, ma la gomma del Teklio già buca all’acquisto, ora non si è più sgonfiata senza doverla sostituire.

I copertoni sono anti-foramento, ma rimane il fatto che la temperatura, le valvole e le pizzicate dei buchi, possono comunque danneggiare la camera d’aria, è bene viaggiare con la bomboletta…

La centralina

In realtà più che la centralina in sé intendo il software di gestione, per i Ninebot, marca che ha un po’ inventato i monopattini elettrici, siamo davanti ad una certezza, con l’app di gestione e un’ottima calibrazione, per il Teklio che viaggia senza app, devo dire che non è male, ma toglierei al più presto la modalità crociera, che mantiene la velocità mantenuta per qualche secondo, in quanto risulta molto pericolosa, meglio poter sempre gestire ogni momento della potenza del motore.

L’app consente anche il vantaggio di poter aggiornare il firmware in tempo reale.

Le dimensioni

L’Es1 aveva la comodità di stare nel baule della Panda 2007, ma il sistema di piegatura è decisamente poco agevole con il pedale, ed in un caso mi si è chiuso mentre viaggiavo, pensate essere agganciati ad un oggetto che ti trascina ai 20 all’ora!

Lo stesso vale per l’E25e che in compenso è grosso e pesante, mentre i due F25e e Teklio hanno il nuovo sistema con batteria sotto la pedana e risultano comodissimi nel trasporto, di tutti il Teklio sembra essere il più comodo: piccolo, con piegatura laterale, ma potente per viaggi brevi-medi.

L’F25e d’altronde è un bestione pur non pesando eccessivamente, di difficile trasporto in auto, è però meraviglioso su strada, l’unico con la pedana che consente i piedi affiancati, con il manubrio bello alto ed un’ottima stabilità grazie anche alle rute da 10 pollici.

Probabilmente il modello simile, ma con potenza ottima, è un grande strumento: il Ninebot G30.

Conclusioni

L’Es1 rimane come ottimo compagno, ma oramai superato anche dalle necessità legislative: si può aggiungere il fanale posteriore, anche se difficilmente con la segnalazione delle frenate, e le frecce laterali, ma non è possibile ottemperare ai due freni richiesti entro il gennaio 2024.

Il Teklio nasce già con tutto: frecce con tasto di attivazione, triplo freno sia a disco che elettronico e fisico (la pressione del parafango con il piede), luce frontale e posteriore con segnalazione di frenata, ruote a camera d’aria, batteria sotto la pedana, rimane un monopattino a basso costo, quindi non eccelle in nulla, ma devo dire che per viaggi brevi e da portare in auto è il migliore, solo un po’ basso il manubrio, sembra di viaggiare dovendo stendere completamente le braccia… ma dipende ovviamente dall’altezza del pilota.

L’E25e come evoluzione dell’Es1 è completo, ma rimane una concezione un po’ vecchia del sistema di viaggio, devo dire che la compattezza e le gestione dell’accelerazione e dei freni lo rendono comodissimo, con l’aggiunta delle frecce è anche a norma.

L’F25e se non avesse dato problemi (frenate improvvise automatiche in salita), frenata a singhiozzo e lentezza di avvio, sarebbe diventato da subito il mio top, vediamo come torna dall’officina.

A chi volesse acquistare un mezzo del genere dico:

  • -          è uno strumento molto comodo e semplice, ma molto pericoloso, è bene che lo utilizzi un adulto con esperienza in bici
  • -          valutate bene lo strumento adatto per il vostro peso e la sua potenza e considerate che il peso determina anche la frenata, quindi occorre che vi siano ottimi sistemi di gestione nei casi difficili (le auto non vi daranno quasi mai la precedenza e molto spesso i nuovi suv spingono gli autisti a portare il muso all’esterno della linea di fermata, rischiando di travolgervi)
  • -          l’usato è ottimo, difficile che vi siano problemi di motore e le batterie durano molto, quindi anche modelli con 1000km potrebbero fare il caso vostro
  • -          non fatevi abbindolare dalla troppa potenza e velocità, qui in Italia si viaggia al massimo i 20k/h e sono già tanti per i rischi del viaggio urbano, quasi tutti i modelli raggiungono questa velocità quindi non fa differenza
  • -          se lo utilizzerete al posto della bici, meglio i modelli strutturati e ben impostati come l’F25e, se come compendio dell’auto, allora i piccoli ben pieghevoli come il Teklio sono i migliori.

RISORSA: Manuale del Monopattino Teklio

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Di Alex (del 30/09/2021 @ 13:44:58, in Società, linkato 687 volte)

La mia storia personale mi porta ad avere un atteggiamento critico nei confronti delle situazioni ove siano in gioco interessi di potere o commerciali.

In specifico nell'ambito della medicina occidentale porto su me stesso i segni di una gestione non perfetta degli effetti secondari delle medicine.

Un medicinale somministrato a mia madre durante la gestazione, e neppure inserito nella cartella clinica della gravidanza, che conservo, ha avuto su di me gli stessi effetti del famoso talidomide, ma io sono nato nel mese e l'anno in cui i vertici della società che produceva il talidomide erano a processo, per cui nonostante questo, lo stesso errore è stato commesso poco dopo.

Mia madre ha contratto una epatite divenuta cornica, negli anni ottanta non c'erano cure né vaccini, avendo poco più che quarant'anni desiderava rimanere con i suoi cari, per cui, quando le hanno indicato che aveva pochi mesi di vita, ha deciso di studiare le cure orientali, di affidarsi alla macrobiotica, alle medicine erboristiche e alle medicine omeopatiche.

Non ho dubbi sull'efficacia delle medicine occidentali, ma rimane un fatto che hanno degli effetti secondari e non agiscono quasi mai secondo una valutazione olistica della persona, sono causa-effetto, pensiero-azione, la matrice occidentale del rapporto con il mondo che ci ha dato tanta tecnologia, ma pochissima evoluzione soci-emotiva e ha distrutto di contro l'ecosistema del pianeta.

Quando mia madre decise quella strada i centri di macrobiotica sembravano magazzini dei carbonari e le medicine omeopatiche erano vietate o almeno era vietata la commercializzazione, non potevano avere nomi, marchi, posologie, i centri erboristici erano pochissimi e poco valorizzati...interessi economici e di potere...

Mia madre visse, contro ogni previsione medica occidentale, altri due anni.

Mio padre, in età, avanzata, contrasse il morbo di Waldenstrom, mai ho compreso come lo abbia contratto in quanto è spesso correlato con l'esposizione alle radiazioni (si vedano i militari che combatterono in Jugoslavia con le armi all'uranio impoverito); la vicenda fu lunga e dolorosa, ma quello che mi colpì fu la grande umanità e dedizione dei medici del day hospital e la totale mancanza di umanità dei due medici primari che si passavano mio padre quando una cura non funzionava, sembrava per poter testare nuove medicine; interessi di potere.

Detto questo veniamo all'argomento: il Green Pass.

Non sono contrario ai vaccini in generale, alla medicina, e neppure alle misure adottate per il Covid-19 che certamente hanno salvato tante persone e ne salveranno ancora, ma da quello detto prima nutro ragionevoli dubbi quando noto un interesse economico e/o di potere dietro ad uno strumento che viene commercializzato, non è la ricerca medica che metto in dubbio, e neppure la medicina, ma le persone che stanno dietro a questo, gli interessi economici dietro a questo, che mi fanno temere utilizzi non consoni, non realmente testati, delle medicine e dei vaccini.

Ritengo che la pandemia abbia, come ogni crisi sociale, evidenziato i limiti della società odierna: mancanza di informazioni equilibrate, ricorso alla paura, ricorso alla forza... un distacco sempre più evidente tra istituzioni e cittadino.
Viviamo in una tecnocrazia, ove il potere è dettato dal controllo tecnologico e la fiducia nella tecnologia e nella scienza sembra un mantra per le democrazie occidentali, ma è davvero questo il livello piu' avanzato che potevamo raggiungere?
Davvero il massimo che si potesse esprimere è la dipendenza quasi patologica dall'informazione, dai media e la quasi totale mancanza di capacità critica pulita?

Il governo e le istituzioni hanno risposto alla situazione non aumentando il livello di coscienza dei cittadini, ma imponendo delle soluzioni.

La reattanza (in psicologia, tendenza emozionale al recupero della libertà personale di cui il soggetto sia stato parzialmente o totalmente privato.) è la risposta istintiva ad una costrizione sempre più diretta.

La civiltà occidentale parte da principi diversi da quella orientale, la medicina e l'approccio scientifico occidentale sono decisamente produttivi, ma si perdono un pezzo: in oriente la malattia è un'occasione di crescita spirituale, emotiva e psicologica, poi viene la cura sintomatologica, in occidente si procede a curare la causa ed i sintomi, con estrema efficacia, ma disattendendo del tutto l'aspetto emotivo-piscologico del malato, pura razionalità, con un fine specifico, ma perdendo ogni aspetto spirituale, emotivo, complessivo della persona, scordando spesso anche che la motivazione psicologica alla guarigione è una delle basi della riuscita della cura.

Per questo forse, le ricerche sulle medicine omeopatiche ed altri rimedi orientali sembrano indicare che siamo di fronte a rimedi placebo, forse perché in oriente si crede appunto che sia la persona a curarsi, a superare la malattia, e quindi ben vengano strumenti che aumentino la fiducia nella guarigione, che rafforzino il lavoro psichico sulla malattia.

Questo si riflette anche sulle scelte di oggi: il vaccino, la scienza, anche a discapito della evoluzione socio-psico-emotiva della società... considerati secondari rispetto all'economia e alla cura fisiologica, quindi lockdown, dad, regole, costrizioni.... senza poi pensare alla parte positiva, ossia ricostruire la socialità, la comunicazione... in questo senso sono convinto che chi non la pensa come noi possa, non debba, evolvere la sua posizione solo quando la veda riconosciuta, quando di ognuno si comprendano le motivazioni che stanno sotto le scelte, solo allora è possibile il dialogo e una evoluzione di entrambe le parti... Vedo invece assolutezza, termini, sui giornali, come ignoranza, stupidità, incompetenza, paura che identificano chi non è d'accordo con gli altri, questo è grave e mina la possibilità di evolvere, non c'è la volontà ed il desiderio di capire le scelte, solo la demonizzazione... siamo molto molto indietro e la ripresa economica non ci salverà da un inverno spirituale e socio-evolutivo molto lungo purtroppo.

Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire. Marguerite Yourcenar

Sono sempre stato dell'idea che una società sia tanto più evoluta quanto rimetta ai suoi membri la capacità di scelta fornendogli il massimo di informazione e di coscienza della situazione.
Di contro ritengo che l'utilizzo della forza, dell'imposizione, ancorché sia necessario alle volte, determini una naturale decadenza del rapporto tra cittadino ed istituzioni ed evidenzi una sostanziale debolezza di chi governa.

Utilizzare il green pass in tutte le aziende a motivi economici prima di tutto, e come espressione di potere, non credo sia stata la scelta corretta, parte dal principio che i cittadini italiani non sanno gestire la loro vita, provoca automaticamente episodi di reattanza e non tiene conto della complessità dell'approccio critico nei confronti della medicina, dei vaccini e delle istituzioni, cosa che invece dovrebbe essere sacrosanta in democrazia.

A livello educativo non è certo l'imposizione che fa evolvere le persone, ma l'adesione ad una motivazione, in questo credo che il governo italiano abbia fallito.

Io, per mie motivazioni, mi sono vaccinato.

La contrapposizione assoluta tra i vaccinati e quelli non è una polarizzazione, ma i motivi per cui qualcuno fa una scelta, quelli si perdono, si perdono nei media, nei social, nei giornali, le persone tendono a parlare per frasi fatte, per slogan, a fare scelte bianche e nere, ma i motivi, i bisogni sono altri, sono molto più condivisibili di quanto sembra, da entrambe le parti.

Creare tanti controllori, oltre a mettere il lavoratore in balia dell'azienda, rischia di porci in situazioni che furono evidenziate dall'Esperimento di Stanford...

Un'altra strada, un confronto maggiore, il rispetto di chi ha dubbi, non l'estremizzazione delle informazioni e la demonizzazione di chi non è allineato, questo mi aspettavo e mi aspetto da una Repubblica democratica nel 2021.

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Di Alex (del 17/03/2021 @ 21:13:06, in Mediazione, linkato 882 volte)

Padre E Figlio, Bambino, Padre, Famiglia, FiglioFar sbocciare il papà che è dentro di noi.

Intervista con Alessandro Mazzoli, facilitatore e mediatore.

Alessandro Mazzoli ha di recente tenuto alcuni incontri (necessariamente online), nell’ambito dei Laboratori Famiglia del Comune di Parma, gestiti dall’Associazione Liberamente. In quest’intervista, ci spiega il senso dell’iniziativa, fornendo spunti di ispirazione per i neo-papà e i papà in attesa.

Perché un percorso per i papà?

Durante la gestazione, il parto e i primi mesi del bambino, tutta l’attenzione è rivolta verso le mamme, mentre esistono meno spazi e percorsi dedicati ai papà. Un tempo era normale, perché la divisione dei ruoli era netta ed i padri non si occupavano dei figli piccoli, non partecipavano nemmeno alla gravidanza, al parto. Oggi, invece, è diverso. Molti papà si sentono partecipi e desiderano giocare un ruolo attivo, solo che spesso si trovano ad affrontare da soli una grande complessità, emotiva ed organizzativa, anche in relazione con la mamma del bambino. Succede sia agli uomini, sia alla componente “che non partorisce” delle coppie dello stesso sesso. Gli uomini, del resto, sono talvolta meno inclini all’espressione dei propri vissuti e traggono notevole beneficio sia dalla condivisione, sia dall’esplicitazione di ciò che possono fare per apportare forza e armonia alla nuova configurazione familiare.

Qual è il compito del facilitatore in questi percorsi?

Il facilitatore introduce gli argomenti, favorisce la comunicazione, gli scambi, fa emergere vissuti, apporta sia competenze “ufficiali” che proprie esperienze, come nel mio caso (ho 52 anni e due figlie, una di quattro anni e una di un anno e mezzo).

Quali possono essere le situazioni “complesse” che i nuovi babbi si possono trovare ad affrontare?

Prima di tutto, la loro stessa tempesta emotiva, fatta di nuove sensazioni di tenerezza, ma anche di insicurezza per la nuova responsabilità e spesso di senso di esclusione da ciò che succede, di sottovalutazione del proprio ruolo fondamentale.

Il tutto in un contesto in forte cambiamento: cambia il modo di relazionarsi con la propria compagna tutta presa dal bambino e dai suoi stessi turbamenti, che manifesta nuovi bisogni ed è sottoposta ad una forte pressione di crescita, da “ragazza” a donna e mamma. Cambia anche il rapporto con i genitori e i suoceri: abbiamo bisogno di loro, desiderano “esserci”, e occorre costruire nuovi modi per interagire serenamente.

Da dove si comincia?

E’ la mamma a offrire al papà il Filo di Teseo per entrare nella nuova relazione con lei e il bambino, ma è opportuno che il papà impari a usare e dosare sia la propria parte femminile (sviluppando accoglienza e empatia), sia quella maschile (offrendo sicurezza, chiarezza, protezione). E’ un lavoro complesso, ma se svolto serenamente, con consapevolezza, può essere molto valorizzante.

E il covid?

Il papà, ad esempio, non può attualmente partecipare al parto … ma non importa, ci sono da subito tante occasioni per condividere esperienze ed emozioni. E a volte i nonni, per stare in sicurezza, non possono essere d’aiuto, e occorre impegnarsi per evitare che la neomamma si senta travolta dalla nuova situazione.

Ci saranno altri incontri, altre opportunità per avere accesso a questi percorsi per babbi?

Sono previsti vari incontri del “Percorso nascita“ del Comune di Parma, anche per coppie.

Inoltre sono attivi i laboratori famiglia ove sono previsti dei cerchi per i papà.

Nel caso poi di situazioni che necessitino di interventi di professionisti è possibile attivare un percorso presso il centro delle famiglie o presso i centri di mediazione sul territorio.

Parma, 16 marzo 2021

Ilaria Mazzoli

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Che Berlusconi, come Pipo Baudo, sia ancora in televisione e ancora a far politica esprime benissimo la totale incapacità contemporanea degli italiani di evolvere, di andare avanti, di progredire.

Da popolo di inventori a popolo di fruitori gli italiani di oggi preferisocno le invenzioni tecnologiche americane, la tv, il divano e lo smartphone, esprimento in tutto e per tutto la pochezza di ingeno di questo perido di cui Salvii non è che l'emblema estremo: pieno di frasi sciocche, di paure da bambino, di espressioni di violenza verso ciò che non si può controllare né conoscere perchè, da deboli, ci fa paura; espressione del cervello che pensa per slogan e poi si sente soddisfatto di aver sfogato le sue pulsioni più grette, un politico da bar sport insomma.

Da popolo di navigatori e popolo di navigati che non hano più bisogno di nulla, che sanno già tutto, con l'arroganza e la stoltezza degli Sgarbi e dei Renzi, magari con progett iteressanti, ma l'assoluta incapacità di gfar valere politicamente le proprie scelte, di condividerle e di far crescere anche gli altri oltre che il proprio enturage.

Da popolo di santi a mafiosi senza remora e snza onore.

Da popolo di artisti a persone senza più motivazioni, con pochissima fantasia e ancor meno buon senso, attaccari al posticino, alla casetta, al divano, al programma televisivo che strombazza i sentimenti più stolidi.

Poveri italiani, ma non povera Italia, sempre bella e che forse, proprio grazie ai tanto temibili stranieri potrà diventare di nuov interessante, ma non grazie agli i taliani di origine.

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Di Alex (del 17/05/2017 @ 10:51:37, in Consigli tecnici, linkato 1469 volte)

Quali i punti di forza e le mancanze di questi tre sistemi per gli SmartWatch di nuova generazione.
Dopo l'utilizzo approfondito di Pebble Time, Zenwatch 2 e Galaxy Gear S e S2 possiamo stilare questi punti:

Pebble:

  1. a parte l'autonomia dello schermo e-ink, il pebble dispone dell'ora sempre attiva e questo non è eguagliabile dagli schermi nerastri e amoled che al sole fanno un po' fatica e comunque consumano molto con l'opzione schermo sempre attivo, infatti per manterlo tale riducono molto la luminosità per cui al sole non si vede una cippa.
  2. nonostante il microfono non eccelso, la dettatura per rispondere funziona molto bene;
  3. molte applicazioni nel suo store, e nonostante la grafica minimale a pochi colori, molto articolate:
  4. il pebble permette di gestire la luminosità (non necessaria di giorno) e anche il tipo di vibrazione
  5. ragistrazione qualità del sonno e passi automatica
  6. schermate orologio molto comode con indicazione batteria e altre cose

Wear - Tizen:

  1. il Wear nonostante tutto sembra ancora acerbo, e non sono tante le applicazioni che aggiungono plugin per wear - Tizen non è da meno le app ottime per S non ci sono per s2, poche le funzioni aggiungibili
  2. comoda la funzione cinema per oscurare schermo e ridurre notifiche - anche in Tizen (non disturbare)
  3. getsione sveglia del cellulare solo se si utilizza l'orologio google - Tizen gestiva la sveglia Galaxy nell'S, non così con altri cellulari
  4. riposta con orologio (solo in pochissimi esemplari) ma manca l'accettazione con il comando vocale (solo in Tizen/Gear) - Tizen risponde o rifiuta con comando vocale
  5. funzioni vocali OK Google a buona livello, utile aggiungere appuntamenti ad esempio - meno potente S Voice
  6. tastiera per immissione non male, specie nei quadranti non circolari
  7. Le schermate orologio sono oramai quasi condivise con quelle per Tizen, così come i programmi che costruiscono schermate, ottima app Asus gratis - anche in Tizen
  8. Invio file e gestione file nel watch quasi inesistente - non molto diverso in Tizen
  9. la gestione delle funzioni dell'orologio da cellulare non è completa invece è bene poter fare tutto da cellulare senza usare le impostazioni del watch - purtroppo anche in Tizen nel Gear S2
  10. in alcuni casi lo zenwatch perde il paring e va rifatto, ma potrebbe essere un caso di questo orologio o del cellulare
  11. il bluetooth dello zenwatch2 è notevolmente meno potente dei Gear - meglio in Tizen
  12. buone le notifiche anche via wifi - anche in Tizen
  13. Wear ha la gestione con gesti che però è potenzialmente ottima ma poco funzionale per ora - Tizen solo spegnimento schermo con palmo
  14. Wear possiede più funzioni come widget delle schermate orologio - Tizen ha solo schermi a pagamento che assomigliano
  15. gestione notifiche macchinosa in entrambi, si rischia di non leggerele tutte e cancellarle dal cellulare... - Wear = Tizen
  16. gestine touch e schermate home, alla fine risulta più maccinoso Wear, più chiaro e semplice Tizen
  17. batteria ottima in entrambi oramai, 2,5 giorni se non si attaccano tutte le funzioni, spicca zenfone2 però.
  18. peccato che sia necessario avere attacchi o basi apposite per cui non è possibile caricare gli orologi solo con un microusb
  19. S2 ha a stupidaggine della esim, poco funzionale e impossibile passare orlogio da altri paesi
  20. aggiornamento app più funzionale in Wear, Tizen è macchinoso
  21. entrambi arrancano a funzionare come standalone, ma hanno buone potenzialità
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Di Alex (del 04/03/2017 @ 06:56:52, in Informatica, linkato 1595 volte)

Dopo un utilizzo continuo di smartwatch dei tre tipi principali, vediamo le differenze e le qualità.

  1. Android Wear della Google (es. Asus Zenwatch)
  2. Tizen della Samsung (es. Gear)
  3. Android completo di varie marche (es. Omate Trusemart, Zgpax)

Devo dire subito che Wear e Tizen si equivalgono come qualità degli orologi, poche applicazioni, ma buone, interattività con il telefono ANDROID.

Spicca però subito il fatto che Android Wear è ancora giovane, debbo dire che Tizen della Samsung è molto più completo, non si impalla spesso, fa quello che dice ed è più semplice da utilizzare

Criticità.

Wear:

  • ha delle notifiche difficili da vedere nell'insieme
  • la gestione delle notifiche è macchinosa
  • l'accesso alle impostazioni dell'orologio è complesso e poco rapido
  • l'elenco delle app aggiunte è macchinoso
  • l'aggiunta di nuove app all'orologio è lunga e poco funzionale
  • le app disponibili sono un po' meno di quelle di Tizen come campi di utilizzo
  • complicato mettere dei file nell'orologio

Tizen:

  • si interfaccia benissimo soprattutto con alcuni telefoni Samsung
  • la gestione delle notifiche può essere migliorata
  • batteria non eccezionale (Gear S 1gg senza connessioni)

Qualità.

Wear:

  • integrazione con le migliori app di messaggistica
  • ottima interazione con google now
  • batteria piuttosto lunga (zenfone 2 2gg)
  • molte watchface
  • app Wear Mini Launcher che aggiusta un po' di mancanze
  • ottima integrazione con i file nel telefono e nel cloud google

Tizen:

  • ottime funzioni con swipe
  • comodo poter spostare le app nel launcher
  • risposta alle notifiche comoda (buona la tastiera del Gear S)
  • gestione delle sveglie del telefono Samsung
  • veloce nell'installare app
  • app di gestione molto comoda: gestisce tutte le funzioni dell'orologio dallo smartphone e può inviare i file!
  • bluetooth a grande portata (Gear S vs Zenwatch 2)

Da quello che rilevo sono entrambi da migliorare, ma Tizen è appena più avanti come semplicità di utilizzo.

E gli orologi Android?

Qui il confronto si fa più semplice (Zgpax S6, S8, S99, Omate Trusemart +, No.1 D5, Neptune Pine):

  • possono avviare quasi tutte le app del Google Play
  • hanno difficoltà con le notifiche MA applicando un trasferimento di chiamata + l'App M2D Sender che è ottima non si sente la mancanza di SwappLink
  • manca però la possibilità di rispondere agli SMS del telefono
  • lo schermo piccolo limita alcune funzionalità ed app
  • sono comunque più completi e semplici da usare se possiamo utilizzare launcher migliorati e app di personalizzazione
  • hanno anche fotocamera e parte telefonica
  • batteria spesso buona, ma da migliorare lato software con alcune app da installare, meglio con il root
  • NB a nuova versione WatchOS (A. 5.1) delle versioni rotonde è terrificante, limita le impostazioni, sconsiglio orologi come No.1 D5 e Zgpax S99
  • hanno una dimensione comunque importante, poco fashion e comodi da portare
  • se si mantiene acceso lo schermo o si utilizzano sistemi di accesione alla rotazione del braccio la batteria non dura molto

Di fatto nonstante i limiti dello schermo queste tipologie sono più mature, possono davvero far tutto, però risultano deboli come orologi (sempre a schermi spenti) e non del tutto funzionali come companion wear.

Mi permetto un saluto alla Pebble, purtroppo l'avventura si è chiusa, speriamo nella FitBit come produttrice di ottimi watch (magari con risposta in remoto e fotocamera), ma nessuno mi toglie che il Pebble rimane il miglior orologio con funzioni smart con 7 giorni di autonomia e dimensioni comodissime.

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Di Alex (del 20/09/2016 @ 13:02:56, in Informatica, linkato 1799 volte)

Giudizio: Ottima.

Con un ottimo stile, una piacevole vestibilità anche grazie alla leggerezza e al design, la smartband della Sony ha tre caratteristiche vinccenti:

  • schermo e-ink con una ottima durata della batteria e una buona visibilità
  • possiblità di ricevere le chiamate e rispondere, di fare telefonate, di ricevere le notifiche e rispondere con il riconoscimento vocale, funzione google now
  • alcune app sviluppate apppositamente, fino a 10 funzioni aggiuntive, non un vero market, ma decisamente buone.

La band è piccola, leggera, comoda, e multifunzionale.

Rimangono solo alcune pecche: manca la luce per lo schermo per cui è inutilizzabile di notte o al buio, la connessione con l'app companion perde spesso la connesione, se si sgancia per la distanza poi non avviene la riconnessione automatica, ancora poche app da aggiungere, lo schermo e-ink ha una aggiornamento molto lento, impensabile utilizzare app come sul PEBBLE, anche le app dedicate sono un po' lente, poche possibilitò di utilizzo senza celllare associato.

Detto questo però lo strumento si avvicina alla perfezione delle funzioni: orario comodo e batteria senza problemi, ricarica diretta con porta microusb, funzioni aggiuntive, risposta alle chiamate, risposta ai messaggi, notifiche complete, controllo google now dalla band, contapassi.

Se il Pebble aggiungesse la risposta alle chiamate e la ricarica con porta usb, non credo che avrebbe rivali, nonostante android wear.

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Di Alex (del 28/08/2016 @ 19:55:07, in Informatica, linkato 3588 volte)

Come il No.1 D5 anche la Zgpax ha creato la sua versione rotonda degli SmartWatch con Android.

Senz'altro la versione della No.1 è più elegante, tutta in metallo, ma vi sono alcuni elementi a favore dello Zgpax.

Intano entrambi si possono trovare circa a 77€, entrambi hanno un box minimale e necessitano di togliere il fondo per mettere la sim.

Sono 3G, e con schermo rotondo completo.

Pero il D5 ha ancora Android 4.4 con una versione ottimizata per lo schermo, ma di fatto esattemente come Android classico.

L'app companion passa le notifiche, ma non le telefonate, lo stesso vale per quella dello Zgpax.

Lo Zgpax S99 invece monta Androdi 5.1 ottimizzato quindi con meno elementi di personalizzazione, ma molto funzionale, tra l'altro ha la possibilità di ridurre lo schermo a qudrato per le app che non funzionano con lo zoom sul tondo, molto comodo!

La batteria dura due giorni con un utilizzo normale di un giorno, Bluetooth e accesione come orologio, con sim e foto ritengo rimanga sulle 24 ore.

Ancora non si può fare il root, ma anche così la fotocamera, il peso minore e l'interfaccia ottimizzata lo rendono appena migliore, a mio parere del D5.

Fastidioso che la home sia in realtà la watch face, ma ci si fa l'abitudine, comode le interfacce di gestione, comode le app in stile Apple watch, anche se era meglio un launcher più personalizzabile, ma nulla vieta di montarne uno visto che c'è il google play e funziona tutto a patto di gestire la visualizzazione in zoom rotondo.

LA ZGPAX ci riprova, ma debbo dire che l'evoluzione degli smartwatch segue quella degli smartphone 8con annessi fastidi e stupide scelte di mercato):
da un watch con molte possibilità di ottimizzazione;: S6 -> microsim, 8Gb, microsd fino a 32gb, batteria cambiabile, tasti fisici e tasti a sfioramento con power, home,menù e back, camera non ottimale e molto plasticoso;
all'S8 -> microsim, 8Gb, no SD, tasti fisici e a sfioramento, camera ottima, in metallo e plastica, un po' grosso e pesante, ma piacevole;
fino all'S99 ->nanosim (scomoda), 4gb! no SD, no tasti a sfioramento solo due tasti fisici, power e back, camera buona ma in posizione scomoda, leggero e ben rifinito.

Dopo un po' do giorni di utilizzo debbo dire però che l'interfaccia delle impostazioni semplificate e la mancanza di barra di stato sono molto fastidiosi, ad esempio non posso gestire bene l'accesso alla rete senza attivare il 3g, oppure attivare la rotazione dello schermo (beh con schermo circolare a cosa serve?), anche se le funzioni sono attive sotto lì'interfaccia scarna, ma installando barra di stato / impostazioni (quick settings) si riesce a recuepare queste funzionalità.

Inoltre la fotocamera mi lascia un po' perplesso.. è decisamente scomoda in quella posizione.

Di fatto ritengo che il migliore e più comodo, anche per la possibilità di root e per l'accesso al menù e al sistema classico di Android sia l'S8, il quale manca solo di un sistema companion per ricevere le notifiche dallo smartphone, baypassabile da una app che redirezioni gli SMS e dal trasferimento di chiamata, ma senza speranza per whatsapp e altri social.

Dopo alcune settimane di utilizzo debbo ricredermi, l'applicazione companion è molto limitata e drena la batteria, l'output circolare e la riduzione drastica della gestione delle funzioni è molto limitante, la mancanza di una barra notifiche e di stato, pur essendo recuperabile con alcune app, crea un fastidio nella gestione, la batteria dura pochino, l'interfaccia è molto scomoda per l'utilizzo delle app e le wtahc face sono poche e poco interessanti.
Non credo che il watch valga l'acquisto e neppure i suo fratello S8, di fatto risultava migliore, per picevolezza e qualità il No.1 D5.

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