La mia storia personale mi porta ad avere un atteggiamento critico nei confronti delle situazioni ove siano in gioco interessi di potere o commerciali.
In specifico nell'ambito della medicina occidentale porto su me stesso i segni di una gestione non perfetta degli effetti secondari delle medicine.
Un medicinale somministrato a mia madre durante la gestazione, e neppure inserito nella cartella clinica della gravidanza, che conservo, ha avuto su di me gli stessi effetti del famoso talidomide, ma io sono nato nel mese e l'anno in cui i vertici della società che produceva il talidomide erano a processo, per cui nonostante questo, lo stesso errore è stato commesso poco dopo.
Mia madre ha contratto una epatite divenuta cornica, negli anni ottanta non c'erano cure né vaccini, avendo poco più che quarant'anni desiderava rimanere con i suoi cari, per cui, quando le hanno indicato che aveva pochi mesi di vita, ha deciso di studiare le cure orientali, di affidarsi alla macrobiotica, alle medicine erboristiche e alle medicine omeopatiche.
Non ho dubbi sull'efficacia delle medicine occidentali, ma rimane un fatto che hanno degli effetti secondari e non agiscono quasi mai secondo una valutazione olistica della persona, sono causa-effetto, pensiero-azione, la matrice occidentale del rapporto con il mondo che ci ha dato tanta tecnologia, ma pochissima evoluzione soci-emotiva e ha distrutto di contro l'ecosistema del pianeta.
Quando mia madre decise quella strada i centri di macrobiotica sembravano magazzini dei carbonari e le medicine omeopatiche erano vietate o almeno era vietata la commercializzazione, non potevano avere nomi, marchi, posologie, i centri erboristici erano pochissimi e poco valorizzati...interessi economici e di potere...
Mia madre visse, contro ogni previsione medica occidentale, altri due anni.
Mio padre, in età, avanzata, contrasse il morbo di Waldenstrom, mai ho compreso come lo abbia contratto in quanto è spesso correlato con l'esposizione alle radiazioni (si vedano i militari che combatterono in Jugoslavia con le armi all'uranio impoverito); la vicenda fu lunga e dolorosa, ma quello che mi colpì fu la grande umanità e dedizione dei medici del day hospital e la totale mancanza di umanità dei due medici primari che si passavano mio padre quando una cura non funzionava, sembrava per poter testare nuove medicine; interessi di potere.
Detto questo veniamo all'argomento: il Green Pass.
Non sono contrario ai vaccini in generale, alla medicina, e neppure alle misure adottate per il Covid-19 che certamente hanno salvato tante persone e ne salveranno ancora, ma da quello detto prima nutro ragionevoli dubbi quando noto un interesse economico e/o di potere dietro ad uno strumento che viene commercializzato, non è la ricerca medica che metto in dubbio, e neppure la medicina, ma le persone che stanno dietro a questo, gli interessi economici dietro a questo, che mi fanno temere utilizzi non consoni, non realmente testati, delle medicine e dei vaccini.
Ritengo che la pandemia abbia, come ogni crisi sociale, evidenziato i limiti della società odierna: mancanza di informazioni equilibrate, ricorso alla paura, ricorso alla forza... un distacco sempre più evidente tra istituzioni e cittadino.
Viviamo in una tecnocrazia, ove il potere è dettato dal controllo tecnologico e la fiducia nella tecnologia e nella scienza sembra un mantra per le democrazie occidentali, ma è davvero questo il livello piu' avanzato che potevamo raggiungere?
Davvero il massimo che si potesse esprimere è la dipendenza quasi patologica dall'informazione, dai media e la quasi totale mancanza di capacità critica pulita?
Il governo e le istituzioni hanno risposto alla situazione non aumentando il livello di coscienza dei cittadini, ma imponendo delle soluzioni.
La reattanza (in psicologia, tendenza emozionale al recupero della libertà personale di cui il soggetto sia stato parzialmente o totalmente privato.) è la risposta istintiva ad una costrizione sempre più diretta.
La civiltà occidentale parte da principi diversi da quella orientale, la medicina e l'approccio scientifico occidentale sono decisamente produttivi, ma si perdono un pezzo: in oriente la malattia è un'occasione di crescita spirituale, emotiva e psicologica, poi viene la cura sintomatologica, in occidente si procede a curare la causa ed i sintomi, con estrema efficacia, ma disattendendo del tutto l'aspetto emotivo-piscologico del malato, pura razionalità, con un fine specifico, ma perdendo ogni aspetto spirituale, emotivo, complessivo della persona, scordando spesso anche che la motivazione psicologica alla guarigione è una delle basi della riuscita della cura.
Per questo forse, le ricerche sulle medicine omeopatiche ed altri rimedi orientali sembrano indicare che siamo di fronte a rimedi placebo, forse perché in oriente si crede appunto che sia la persona a curarsi, a superare la malattia, e quindi ben vengano strumenti che aumentino la fiducia nella guarigione, che rafforzino il lavoro psichico sulla malattia.
Questo si riflette anche sulle scelte di oggi: il vaccino, la scienza, anche a discapito della evoluzione socio-psico-emotiva della società... considerati secondari rispetto all'economia e alla cura fisiologica, quindi lockdown, dad, regole, costrizioni.... senza poi pensare alla parte positiva, ossia ricostruire la socialità, la comunicazione... in questo senso sono convinto che chi non la pensa come noi possa, non debba, evolvere la sua posizione solo quando la veda riconosciuta, quando di ognuno si comprendano le motivazioni che stanno sotto le scelte, solo allora è possibile il dialogo e una evoluzione di entrambe le parti... Vedo invece assolutezza, termini, sui giornali, come ignoranza, stupidità, incompetenza, paura che identificano chi non è d'accordo con gli altri, questo è grave e mina la possibilità di evolvere, non c'è la volontà ed il desiderio di capire le scelte, solo la demonizzazione... siamo molto molto indietro e la ripresa economica non ci salverà da un inverno spirituale e socio-evolutivo molto lungo purtroppo.
Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire. Marguerite Yourcenar
Sono sempre stato dell'idea che una società sia tanto più evoluta quanto rimetta ai suoi membri la capacità di scelta fornendogli il massimo di informazione e di coscienza della situazione.
Di contro ritengo che l'utilizzo della forza, dell'imposizione, ancorché sia necessario alle volte, determini una naturale decadenza del rapporto tra cittadino ed istituzioni ed evidenzi una sostanziale debolezza di chi governa.
Utilizzare il green pass in tutte le aziende a motivi economici prima di tutto, e come espressione di potere, non credo sia stata la scelta corretta, parte dal principio che i cittadini italiani non sanno gestire la loro vita, provoca automaticamente episodi di reattanza e non tiene conto della complessità dell'approccio critico nei confronti della medicina, dei vaccini e delle istituzioni, cosa che invece dovrebbe essere sacrosanta in democrazia.
A livello educativo non è certo l'imposizione che fa evolvere le persone, ma l'adesione ad una motivazione, in questo credo che il governo italiano abbia fallito.
Io, per mie motivazioni, mi sono vaccinato.
La contrapposizione assoluta tra i vaccinati e quelli non è una polarizzazione, ma i motivi per cui qualcuno fa una scelta, quelli si perdono, si perdono nei media, nei social, nei giornali, le persone tendono a parlare per frasi fatte, per slogan, a fare scelte bianche e nere, ma i motivi, i bisogni sono altri, sono molto più condivisibili di quanto sembra, da entrambe le parti.
Creare tanti controllori, oltre a mettere il lavoratore in balia dell'azienda, rischia di porci in situazioni che furono evidenziate dall'Esperimento di Stanford...
Un'altra strada, un confronto maggiore, il rispetto di chi ha dubbi, non l'estremizzazione delle informazioni e la demonizzazione di chi non è allineato, questo mi aspettavo e mi aspetto da una Repubblica democratica nel 2021.