Cerchiamo di fare il punto.
A Parma sono già accaduti due casi "strani" riguardanti dei fermi su stranieri hanno dato la chiara impressione che ci sia stato un atteggiamento di discriminazione, e anche delle percosse.
Mi riferisco ovviamente al caso dello studente ghanese Emmanuel Bonsu e al caso della prostituta "addormentata".
Primo, il lavoro di gestire la legalità non è semplice, può accadere che chi gestisce l'ordine cada in una situazione psicologica di sovrapotere e si faccia prendere dalla rabbia o dal nervosismo. Non è una situazione chiara e occorre comunque sempre difendere la struttura a cui appartengono questi elementi. I rappresentanti della legge sono e devono essere considerati importanti e aiutati nel loro lavoro, salvo quando abusano dei loro diritti.
Due, se una società non è in grado di tenere l'ordine facendo rispettare le regole, ma anche, soprattutto, rispettandole lei, è debole e vicino al fallimento sociale, cosa che non mi sembra tanto lontano dalla situazione odierna delle società occidentali.
In ogni caso anche chi commette reati DEVE essere tutelato e rispettato.
Tre, ho prove e testimonianze antiche del fatto che le forze dell'ordine spesso e volentieri in caserma, lontano dagli occhi indiscreti, picchino le persone che ritengano debbano ricevere questa punizione, lo fanno, l'hanno sempre fatto, a Parma come a Genova come a Napoli e così via. Le mie esperienze risalgono agli anni novanta, in cui la squadra mobile aveva picchiato, nella sezione del pronto soccorso, un mio conoscente con gli asciugamani (non rimangono i segni) perché era ubriaco.
Nulla da fare, se denunci si chiudono a riccio e si proteggono a vicenda, anche perchè non è una situazione semplice, è delicata, ma ciò non toglie che si dovrebbe sempre punire chi abusa del sua situazione e che le percosse sono VIETATE dalla legge.
Con i vigili come poliziotti, ma senza la stessa esperienza e i militari in strada, le famiglie senza lavoro e senza soldi, stiamo a vedere cosa accade. Aspettate e osservate con attenzione.