Ho visto "Sostiene Pereira", film strano, dolce-amaro, piacevole pur parlando del Portogallo Franchista devo dire che non l'ho sentito lontano dalla sensazione che mi trasmette questa epoca.
Non sono riuscito, in queste settimane, a scrivere alcune righe su di un fatto che mi è accaduto.
Sul finire dell'estate (settembre credo) mi è capitato di essere su di un treno che ha investito qualcuno che volontariamente si trovava sui binari.
Come pendolare mi è già capitato di vedere un corpo in un sacco azzurro venire tolto dai binari mentre si cospargeva il perimetro con la calce viva, così vom mi è capitato di sentire che i lmotivo dei ritardi era un "investimento", ma finora mai era capitato di essere sulla prima carrozza al momento dell'impatto..
E' stato molto sconvolgente, era un amattina di settembre, calda e soleggiata, verso le 9, tra Reggio Emilia e Parma; non è strano volersi suicidare di mattina, con i sole?
Ma inoltre non è strano che mai una sola volta si veda un articolo citare questi suicidi cercando di spiegare le motivazioni?
Si parla di chi viene ucciso, di chi muore in un incidente stradale o per negligenza medica, ma mai dei suicidi.
Sotto sotto questa società liberale e liberista, laica e consumista non vuole che si sappia o non vuole sapere che alcuni si trovano male, che alcuni non riescono a superare la depressione che le situazioni della vita gli pongono davanti.
Vi rendete conto che le persone continuamente giocano? Che tutti si vantano di chi conoscono, di chi possono contattare per chiedere un favore, di quello che valgono nella considerazione degli altri, di quanto gli piacerebbe essere belli e potenti come i vip, del lavoro borghese danaroso che faranno da grandi e così via?
I film, i giornali, le riviste, i programmi televisivi trasmettono vari messaggi specifici, ma sopratutto, oltre all'idea che la scienza è compagna del progresso e l'unico strumento per sopravvivere e mantenere la supremazia, il fatto che tutto gira attorno all'uomo.
Questa visione umanocentrica non è quella umanistica in cui l'uomo si scopre microcosmo del macrocosmo, ma l'assurda senzazione che nella realtà, nella storia, nel quotidiano esistano solo le cose degli uomini, solo gli uomini possano costruire la storia degli altri uomini, che il potere sia solo umano, solo umana la conoscenza, la libertà, la vita, la ricchezza. Che aberrazione submentale! Chiunque viva un dramma vero, accettando di subirne le conseguenze intere per accettarne anche gli insegnamenti si rende conto dell'assurdità di tutto questo: la morte di un parente od un amico, una grave malattia; oppure anche situazioni di vita reale: un prato, il mare, la forza della natura, ... Certo chi ha un po' di coscienza sua o è entrato in contattatto con delle dimensioni spirirtuali complesse, come la preghiera vera (non certo il recitare delle parole), la meditazione, la comunione tra due anime, oppure ha sperimentato di concetti come la percezione della vita della natura, delle forze esoteriche o solo dei ragionamenti filosofici, occidentali ma soprattutto orientali, non fa fatica a concepire questo.
Ma gli altri?
Chi ha vissuto davvero delle esperienze forti scavandone il significato?
Chi ha ragionato sul fatto che tutto ciò che ci circonda è vivo, dalle pietre alle piante al vento, e che quindi per partecipare alla vita basta eistere e sentire ed è solo in più che uno lo faccia lavorando, compiacendo il capo o il cliente, giocando i giochini del potere, facendo la spesa, girando in auto o sfruttando una volta di più quegli strumenti tecnoclogici che in fondo sono utili solo a questa finta convenzione della società umana ed invece ci allontanano sempre più dalla vita reale provocando spesso morte e freddi movimenti di macchinari (anche se forse neppure questi sono esenti da influssi vitali), costui non avrà dubbio su ciò che ho detto.
Purtroppo però sono molto di più coloro che non riescono ad uscire dal gioco delle belle statuine, delle visioni syile Matrix, in cui tutto è pensato da un'entità pseudoumana, come il dio con la barba di cattolica memoria.