Lettera ai cittadini di Parma
Alessandro Mazzoli
Candidato come consigliere comunale per la lista ParmainComune con Cinzia Ferraroni.
www.parmaincomune.it
Sono convinto che questo voto per l'elezione del nuovo sindaco di Parma sia l'occasione per garantire alla città la possibilità di esprimere le sue potenzialità non solo affaristiche.
Per fare questo credo che non si debba spingere Parma solo verso uno sfruttamento economico, ma proprio a partire da quello e grazie a quello aprire le infinite possibilità che questa città ci offre, rendendo il Comune un vero strumento di organizzazione e di servizio.
La città in questi anni è stata trasformata in un luogo per turisti, bella a vedersi ma povera di spirito e di vita interna, assecondando solo una parte delle sue caratteristiche, quella ducale e imprenditoriale, con una superficialità che ha sempre danneggiato lo spirito e l’immagine di Parma. Niente erba, parcheggi blu fin sotto il Comune (per questo tutti cercano di parcheggiare in centro), ma anche in periferia, grandi infrastrutture, grandi nomi della cultura, giardini come parchi ducali, piazze come rotonde, ma gli spazi per noi, il verde, quello vero con piante, erba e fiori che si possa vivere e non solo guardare, la cultura dei giovani e dei cittadini, i prezzi accettabili per i parcheggi e gli spettacoli?
Io lavoro a Parma e vivo a Bologna, quindi so quanto questa vita ci porti a pensare ai soldi e al fare, all'agire quindi alla funzionalità delle cose anche per il poco tempo che resta e lo stress quotidiano; quasi non si riesce ci pensare ad altro.
Che senso può avere però trasformare una città in un macchinario per produrre ed erogare servizi e basta, tanto varrebbe vivere altrove e trasformare la città solo in un centro produttivo, abitata da guardiani e basta. Ha senso uscire dal lavoro, dalle necessità quotidiane e trovarsi in uno spazio adatto solo a quelle, senza zone di pace, di umanità, di contesti devoti?
La ricchezza dell'uomo è un'altra, la sua umanità, la sua cultura in senso ampio, il rapporto con gli altri, la preghiera in ogni sua forma, gli interessi, lo svago, la lettura, gli affetti, i suoi sogni e i suoi progetti, la solidarietà; noi siamo molto più ampi dei nostri doveri e di quello a cui la nostra società tende a ridurci.
Decidere a priori la quantità di cittadini è come vedere in Parma solo strumento, un attrezzo e non rispettare coloro che vi abitano e che vivono qui.
Io desidero una città anche per i giovani, i ragazzi, sia di Parma che studenti di altre città o stranieri, per gli anziani, che valorizzi la loro storia, le tradizioni (cambiare i luoghi del vissuto con continui cantieri è un trauma per anziani e non rispettoso della vita quotidiana e della loro storia), per i bambini e gli adulti, questi non sono solo automi per fare soldi e produrre, non sono carne da salotto e da lavoro fino alla vecchiaia, hanno esigenze e profondità, il lavoro, il denaro e le responsabilità dovrebbero essere una parte non tutta la loro vita!
Voglio una città come non è mai stata, diversa: con opportunità in tutti i campi, con spazi liberi per giovani e anziani, con la possibilità e la serenità di proporre e progettare cose nuove, non la solita Parma dei monopoli, della cultura e degli spazi costosi per i pochi, dell’immagine e del cemento, fumo e non arrosto.
Dove sono i corsi per chi vuole crescere?
Dove sono i nuovi quartieri che tengano conto della vivibilità e delle persone?
Noi proponiamo le Case di quartiere ONLUS, associazioni dei cittadini dei quartieri, spazi per la socialità, a disposizione di giovani, anziani e stranieri, in grado di valorizzare le esigenze creative dei giovani, di integrazione degli stranieri e di socialità degli anziani.
Proponiamo un incubatore di associazioni culturali, dove associazioni diverse possano trovare spazi adatti per trovarsi e per le loro attività, a prezzi accessibili e condividendo gli strumenti e la formazione.
Saranno meglio 10 spettacoli a 40 euro o 3 a 40, 5 a 20, 10 a offerta, 30 laboratori e 30 corsi?!
Vi è una grande differenza tra la fruizione passiva della cultura ed il coinvolgimento diretto nel processo culturale.
In questi anni sono passati molti nomi a Parma, sono stati attivati nuovi servizi per i giovani e la cultura, ma è alquanto diverso aprire un ufficio o mantenere l’esistente ed investire invece energie politiche, umane e finanziarie per lo sviluppo dello stesso.
Lo sbilanciamento delle risorse è evidente: strutture, ma pochissimo per i contenuti: quanto è stato speso per le politiche giovanili? Per i corsi culturali? Per gli spazi a disposizione della cittadinanza?
Io sono laureato in storia dell'Arte dunque apprezzo la bellezza delle foreste, l'aspetto curato degli edifici antichi, la pace che trasmette un ambiente equilibrato che sia vicino alle forme naturali.
L’architettura moderna invece sono convinto che trasmetta fastidio e nervosismo a chi ci abita, acciaio, cemento e vetro non costruiscono spazi a misura d’uomo, funzionali alla sua serenità.
Io credo che se un quadro ha una buona mano, un bel tratto ma manca del contenuto e della vita risulta brutto ed inutile.
Hanno senso quelle piazze cementificate con gli alberi arginati dal cemento o quei viali trasformati in parcheggi, con le panchine tra il traffico? Piazza Picelli, piazzale Boito, piazzale Borri, piazzale Pablo, viale dei Mille, via Pier Maria Rossi, viale Osacca, e persino i Parchi trasformati in oggetti da vedere. La natura è tale se si vive, si entra in essa, un albero senza erba non è natura, non è un giardino e neppure un parco. Gestire la natura, avere potere sulla natura significa non rispettarne l'essenza che è autonomia.
Riqualificare non è mercificare, gli spazi "moderni" sono fastidiosi, non tengono conto del substrato storico, vi sono molti spazi a piedi e molto spazio inutilizzato, metallo vetro e cemento non creano ambienti salubri e piacevoli, finora si è sacrificata la natura per il progresso, per una città macchina di memoria futurista.
Parma rimane una città verde, ma di giardini privati, di spazi turistici o di natura artificiale (fioriere e vasi), una natura per pochi quindi una natura innaturale!
Ricordiamo che i simboli del nostro quotidiano hanno effetto su quello che proviamo e sulla nostra stabilità emotiva e psicologica.
Insomma, parliamoci chiaro, perché il parmigiano medio non riesce a capire che dagli anni sessanta fino ad oggi le amministrazioni di Parma hanno governato quasi prevalentemente
Per gli industriali e per chi i soldi li possiede già.
Servizi web, servizi stradali, spettacoli culturali: strumenti, belli come aspetto, ma vuoti!!!!!!!!!! Gli oggetti, gli strumenti valgono quando sono in mano alle persone.
Parma reale, città di tradizioni emiliane, fatta di affetti ed emozioni vere è quella più quotidiana, delle piccole cose, con i tempi più lontani dalla metropoli, quella del popolo, di là da l'acqua, ma è proprio in una città dove si uniscono le esperienze di vita, il giovane e l'anziano, lo studente di La Spezia o di Bari e il Parmigiano, il Fidentino o il Borgotarese, il turista, lo studente straniero o l'immigrato, ove chi lavora alla Bormioli vive gli spazi come chi dirige un settore della Barilla che si trova i piacere di vivere.
Questa è una città degna, qui le strutture sono strumenti che si appoggiano a qualcosa di solido, di ricco, di vero; ma a Parma ora si insegue l'imprenditore, l'Immagine, la ricchezza, strumento utilissimo, ma strumento e basta, non fine, che acquista valore solo se poi impiegato nella vita affettiva, sociale, solidale delle persone.