Il problema della nostra epoca è determinato dal consolidarsi incondizionato dei valori borghesi.
Mors tua, vita mea; vivi e lascia morire; l’erba del vicino è sempre più verde;
e cazzate de3l genere.
Abbiamo perso l’abitudine alla socialità determinata dal bisogno, dall’aiuto comunitario.
Forse è stato un passaggio necessario, in quanto ora abbiamo una coscienza delle dinamiche familiari, del valore della psicanalisi, e del rispetto per le libertà individuali che era impensabile un tempo.
Ma in cambio abbiamo perso la saggezza contadina, abbiamo perso il rispetto.
Cinismo, individualismo, presunzione, egoismo, abbiamo cresciuto persone che sono fermamente convinte che il massimo valore stia in chi si fa da solo, chi sacrifica tutto per il potere e i soldi.
Questo ha portato il disastro culturale, sociale e politico che viviamo, e probabilmente, anche quello economico, anche se questo sembra più voluto e pilotato che auto-determinato.
Vi sono tanti uomini ricchi, ma con una complessità umana ridotta al minimo.
Abbiamo fallito, per ora, la spinta alla crescita interiore, è evidente che i geni, i grandi della letteratura, i pensatori, sono persone del passato.
Sono convinto che la diffusione culturale mondiale sia importante, l’incontro tra occidente ed oriente, nord e sud, producono effetti molto interessanti, ma sembra oramai come donare un ottimo strumento ad un demente.