Ideato e stampato in proprio da Rosario Vizzi e Enrico Cantino
ps: posta 1° sinistra (linea fosforescente)(poesie)2°adestra(racconti)
3°sopra(liena a palline)(cronachesociale)
R&C 7 Versione NormaleAngolo diedro
Guida con lenti
Questa ve la devo proprio raccontare.
Merita.Novembre 1990
Pioggia battente. Parabrezza appannato. Svolta a destra. Strisce pedonali con allegata signora (non vista). Presa in pieno. La signora, voglio dire.
Chiamano ambulanza (per la signora) e vigili (per me). Mi trovano in evidente stato confusionale (più del solito, voglio dire). Redigono il verbale. Uno dei due cerca di tranquillizzarmi con un blando non si preoccupi. Seguo il suo consiglio. Non mi preoccupo.
Febbraio 1991
Arriva la multa. Mi contestano la mancata precedenza sulle strisce! Sono 12.500 lire. Una sosta vietata la paghi esattamente il doppio: 25.000 lire. Pensiero stupendo: la vita umana non vale un cazzo.
Quasi in contemporanea, la Motorizzazione Civile civilmente minforma chè stata stabilita, ai sensi dellarticolo 89 del codice stradale, la revisione della (mia) patente. Mi danno trenta giorni di tempo per sostenere sia teoria (in sede di revisione, lesame è orale, non scritto), sia pratica. In caso di bocciatura, mi tolgono la patente e mi tocca ricominciare daccapo, come non lavessi mai presa.
A scuola guida sostengono che non mi devo preoccupare. Anche loro. Sì, perché, in realtà, io ho sei mesi di tempo, per sostenere i due esami, e non trenta giorni.
Giugno 1991
Gli esami sono andati bene. Quindi, a rigor di logica, non mi dovrei preoccupare. Forse. Ma una settimana (o due) dopo, mi convocano i carabinieri di Via Abbeveratoia. Dobbiamo ritirarle la patente. Me la prendono e la mandano in Questura. Per posta.
Mobilitazione del nucleo familiare. La scuola guida ci "presta" i verbali originali che attestano che io ho superato i due esami. Li portiamo in Questura.
Ridotto in cenere sulla via di Damasco. Avevo solo trenta giorni di tempo, per rifare tutto. Io, però, ho impiegato quattro mesi. E se ne sono accorti dopo quattro mesi. Il giorno stesso in cui sostengo lesame pratico, il Questore dispone il ritiro della mia patente.
Me la ridanno quando gli arriva. Sempre per posta.
Passano altre due settimane. Capito, più per disperazione che per caso, in Questura. La patente cè. Il giorno dopo averne disposto il ritiro, infatti, il Questore ne dispone la restituzione, per avere verificato sui verbali lavvenuto superamento delle due prove. Faccio per prenderla e tornare a casa.
Dove va?
A casa
No, no. Adesso va a farsi restituire la patente dai carabinieri in viale Fonderie.
Chiudono il documento in una busta, e mi congedano. I carabinieri mi restituiscono finalmente la patente.
Allora: so di avere avuto torto. Fino in fondo. Ma era proprio necessario che io mi dovessi fare a piedi e da solo tutto sto Golgota?
Evidentemente sì.
La nostra non è Democrazia.
È Burocrazia.
Ipocriti o coscienti?.................
Lo so: quello che vado a trattare è un argomento fastidioso che si può prestare anche a battute dilarità, ma secondo me va trattato in quanto fa parte dei problemi della nostra società.
Il titolo si presta molto bene perché rispecchia un dato di fatto del comportamento sociale.
Al giorno doggi si preferisce nascondere o emarginare ogni sorta di problema pur di dare unimmagine molto estetica e compatta: il marcio da una parte o sotto lo zerbino e il bello alla luce del sole. Ma intanto lo zerbino si gonfia, prolifica, si espande a macchia dolio.
Difficilmente si potrà porre rimedio perché il marcio non è come una spiga di grano, che, tolta la spiga, è risolto il problema.
Il marcio è come un virus: si espande, agisce e si forma in una forte concatenazione, alimentata dal degrado e dallemarginazione. ......
Uno dei tanti problemi è la prostituzione, mestiere illecito e secolare. Con esso si alimenta una delle branchie della delinquenza organizzata, sporco e immondo e tutto quello che ci sta dietro: speranze spezzate, ricatti, violenza senza contare tutti i possibili contagi che si alimentano attraverso clienti occasionali e non. Il virus dilaga, ma a questo racket non occorre sapere quanti rimarranno infetti: fra droga e prostituzione, limportante è guadagnare.
Sappiamo anche tutti gli sforzi che le forze dellordine eseguono 24 ore su 24, e tutte le trattative politiche per estirpare queste piaghe.
Una delle soluzioni proposte è la legalizzazione delle droghe leggere. Meno male che sono in pochi a pensarla così! Se venisse legalizzata solo per togliere fette di mercato alla delinquenza organizzata, si avrebbero per le strade drogati intontiti e maggiori problemi. Occorre più prevenzione.
Si sa che non attuare pene di 15 anni è una cosa moralmente valida, ma da una parte che si iniziano ad attuare delle soluzioni.
Nel caso della prostituzione andrebbe studiata una politica diversa. Prima della legge Merlin, esistevano le case di tolleranza legalizzate, dove chi voleva prestazioni mercenarie da parte di signore accondiscendenti, entrava in queste case pagava e otteneva le prestazioni.
Il vantaggio qual era? Primo, non si assistevano alle forme di degrado che abbiamo adesso: prostitute per i viali, con tutta lo sciame di balordi che rendono difficili le condizioni di tranquillità di quartieri o centri urbani frequentati da persone civili. Secondo, le prostitute erano assistite e controllate con costanti visite mediche. Terzo, le entrate di queste case venivano tassate, investendo i proventi nel sociale. È da ricordare che lingresso era controllato dalle forze dellordine, vietando laccesso a chi non avesse la giusta età, limitando alla delinquenza introiti illeciti.
Questesempio sta a significare che, forse, quando si stava male, vi era più attenzione sui problemi sociali, luso delle droghe in Italia era del tutto inesistente.
Lesempio storico è da valutare in confronto allattuale situazione come opposizione al prolificare di tale piaga: non significa accentuare lo sfruttamento del mercato del sesso ma contrapporvi una giusta azione.
Riaprire le case di tolleranza con un adeguato programma politico e sociale, potrà servire a togliere dalle strade le prostitute, cercando di migliorare delle situazioni di degrado sociale destinate a peggiorare.
Chi intende continuare nel mestiere può usufruire di tali case: saranno sottoposte a visite mediche, e tolte dal loro racket. Chi continuerà illegalmente verrà sottoposta a sanzioni penali severe. Se, invece, risulta realmente costretta a prostituirsi e collabora con la giustizia, verrà aiutata con un programma di reinserimento sociale, trovando un lavoro onesto. Chi invece per sua libera scelta vuole continuare nel mestiere di prostituta, potrà farlo allinterno di queste case. Risulterà libera professionista, verrà sottoposta a controlli, e vi sarà una doppia tassazione: una a chi gestirà le case di tolleranza e la seconda per coloro che esercitano il mestiere. Nessuna allinterno di queste case verrà costretta a questo mestiere.
Attuando una soluzione simile, lo stato non agevola la cultura dello sfruttamento, ma pone una soluzione , allinterno di quelle case. Vi sarà un programma di reinserimento sociale: chi vuole può rinunciare a fare la prostituta. La casa di tolleranza non obbliga nessuno nel mestiere illecito, anzi: si pone come strumento fra il racket e lo sfruttamento.
Le stesse case saranno controllate e le forze dellordine tuteleranno la tranquillità dei cittadini, verrà attuata maggior severità contro coloro che vorranno lesionare la dignità delluomo, specialmente chi spingerà alla prostituzione minorenni, o chi tratta la vita delluomo come mezzo di profitto illecito, mandando allo sbaraglio famiglie lontano dalle loro terre.
Al giorno doggi non occorre chiudersi gli occhi, o opporsi a delle soluzioni dicendo che si alimenta la cultura del degrado morale e poi te ne freghi, o, nella peggiore delle ipotesi, si parla bene e si razzola male. Siamo uomini viviamo in mezzo agli uomini, e per tanto per ogni problema affrontiamolo, e ricordiamoci che il politico vive e campa coi nostri soldi. Ottenuto il voto, deve lottare per primo per la povera gente e non per chi ha bisogno di leggi speciali per incassare fondi speciali per goderseli alla nostra faccia.
Ricordiamo a questi signori che devono tutelare per primo la gente semplice e non chi i miliardi li ha già.
Non far niente a tali problemi e poi correre quando lo zerbino e stracolmo di ogni tipo di merda non serve a niente: occorrono soluzioni attuabili e una presa di coscienza più reale.
Le parole sono belle, ma i fatti sono ben altra cosa. Questo citato, è uno dei tanti problemi nascosti sotto lo zerbino la gente normale non vuole delinquenti sotto casa con il rischio di finire in mezzo ad un regolamento di conti.
Rosario Vizzi (22/07/64)(ipocritiocoscienti)
Arte & arte, ovvero: raccomandati a parte.
Fra Picasso e Arteora
Parlare darte è anche troppo difficile, senza un quadro da giudicare.
Ricordo solamente che a palazzo Grassi, a Venezia, si tiene una rassegna in onore di Picasso. Potrete visitare e osservare le opere del noto maestro spagnolo, opere che segnarono la cultura artistica mondiale.
Nelle sue opere simpone il carattere mediterraneo, la passione della sua terra si manifesta nei suoi personaggi.
Le sue opere evidenziano la cultura storica dellepoca: non occorrevano scene di guerra, basta osservare i soggetti e i luoghi che lui ha ritratto per capire la sua epoca.
Nessuna delle opere esposte ha maggior o minore intensità da destare maggior attenzione.
Sono tutte da ammirare, quindi non mi resta che augurarvi felice visione.
Sottoponiamo ora al vostro giudizio lopera rappresentata nella foto : "Pianeta Arteora" opera mista realizzata con pittura e materia, pannello 1.80×1.60, realizzata da Fabrizio Iandiorio, Flippo Negroni, Rosario Vizzi, Giovanna Verti.
Arteora è un gruppo artistico, che vanta nel proprio excursus diverse opere di grandi dimensioni in cui si unisce la materia con la pittura, ottenendo pregevoli risultati.
Nelle loro opere manifestano un messaggio dunione e dapertura a nuove culture. È da notare nella tela lo squarcio del cielo aperto con due mani di creta, gli arbusti di bambù che si contrappongono fra il pianeta e il cielo, e le teste di marziano ottenute con tronchi lavorate dalle acque del fiume.
Ricordatevi che aspettiamo le vostre opere: inviateci le foto, le pubblicheremo gratuitamente.
Presto saremo anche su Internet.
Rosario Vizzi (22/07/64).(arte e arte)
Baciamo le porte dellavvenire
Baciamo le porte dellavvenire,sciolte da ottuse fissità.Al di là dei portali nudi passi gitani.
Barbara Paini
Col capo sul caldo buono del guanciale ,ho tessuto sullorizzonte di porpora la ragnatela dei miei ricordi.
Michele Pianta
Caffè
Libi raffermi adduco mal convinte , scadenze incaute credenziali che colano fra i meandri di ciò che un tempo tu chiamavi
"caffè".
Enrico Cantino
Impulso del momento ,subita nea follia meditata , illusione atroce,meravigliosa utopia,vana speranza
di tornare a vivere,Fenice nascente dalle ceneri misere,perse nelloblio del nulla,dei propri sogni,vacue speranze
di vita felice ormai stoltamente mutate in spietate realtà di morte crudele dal fallo scellerato dun folle animo
debole e sognatore.
Tom Joad
Sociale o serale e la vita è da cagare,Per ogni giorno da campare .
La vita pone davanti il suo buon giorno ,col salumiere e il garzone da pagare.
Per ogni giorno da lavorare "troppa grazia" pensa il disoccupato, mentre malinconico si avvia nel piazzale
dellattesa.
Sociale e serale questa vita sembra proprio un bellaffare , per il ragazzo dagli studi completati , il papà ben situato
e il ruolo rafforzato "amministratore delegato" mentre il Ferrari gli ha regalato.,
Sogni e gloria, per il bimbo dai calzoni rotti , tutto sporco in faccia ,mentre la vita gli abbraccia la famiglia.
Serale e sociale , anche per oggi cè da pensare , per il maestro abbandonato fra un tema e un senso di colpa,
per la gioventù vissuta e la vecchiaia chè arrivata.
Sociale serale ,un'altra giornata è appena passata.
Anche il nome che noi abbiamo è molto importante , sia da piccolo che quando sei grande, quando scriviamo una lettera,
e la firmiamo, quando ci chiamano e rispondiamo, tutto questo noi lo facciamo, tramite il nome che noi portiamo.
Quando Dio luomo ha creato, un semplice nome con gioia gli ha dato,poi battezzandolo gli ha detto: "Fa che il tuo nome
abbia molto rispetto, e se questo sarai in grado di fare , il tuo nome non sarà pronunciato mai in male".
Massimiliano Cavezzi
Ieri sera ho visto un orso alla televisione. Mi attirava,quel bestione, era là sul ghiaccio sdraiato, più di due quintali avrà pesato.
Ma quel grande orso aveva un crudele destino ,perché un cacciatore era sul suo cammino,e prima che lui potesse reagire,
quellassassino lo fece morire.
Massimiliano Cavezzi
una sera destate,e la rugiada mi bagna.Sono qui solo su questa montagna ,penso e ripenso al mio futuro,ma ogni giorno che passalo vedo più duro:rifletto con calma sulla mia esistenza ,scoprendone subito la vera essenza ,di solitudine ormai infinita di questa mia povera vita.Con chi sfogarmiio non saprei ,a nessuno interessano i fatti miei ,e poi se lo faccio non risolverei niente,
farei solo saperei miei problemialla gente.Perciò quindi allora,mi rivolgo a Te,Tu che dallaltosai tutto di me,Tu che conosci le mie manie,le mie abitudinile mie fobie,e che quando combino cazzate,fai sempre in modoche sian perdonate.Di tutto questo io ti ringrazio,anche se in fondosono uno strazio,Tu che mi leggi dentro nel cuore,sai che io cercoinvano lAmore,per cui Ti prego fai in modo che,la mia cara Paolasi metta con me.Stendi su noi la Tua Santa Mano,e quando ho bisognodammi un richiamo,aiutami a mettermi sulla retta via,in modo che Paola contenta lei sia. Proteggi tanto anche i miei genitori,ai quali io ho dato pene e dolori ,ma come ogni figlio anchio ho sbagliato, spero soltanto di esser perdonato.
Ma mentre Ti parlo, mi sto accorgendo ,che passan le ore in un momento,perciò adesso io Ti saluto,e Ti ringrazio per il Tuo aiuto,per aver ascoltato su questa pianeta,le riflessioni di un triste poeta.
Posti a sedere n. 32
Sulla targhetta cè scritto che i posti a sedere sono 32.Lui devessere il n. 33.È lunico in piedi.Una vecchietta gli ha fregato il posto.Qualcuno si alzi: voglio sedermi. Lei, per esempio. Si alzi lei. È ancora giovane, si vede ad occhio nudo. Mi ceda il posto. Stare in piedi fa bene: riattiva la circolazione, conferisce nuovo vigore alle gambe stanche. Non che lei ne abbia bisogno, ma Niente da fare.Non si alza.Aspetterà la fermata successiva: qualcuno dovrà pur scendere.Vecchi. Soltanto vecchi. Li vedi alla fermata del bus che sembrano moribondi. Una volta saliti, diventano tutti eredi di Mennea. Raggiungono correndo un sedile e ci si inchiodano sopra, pretendendolo da un giovane se lo trovano occupato. Una volta ho visto un vecchio che diceva ad un ragazzino: "Idiota, fammi sedere". Quel coglione gli ha ceduto il posto.Almeno uno deve lasciarlo in piedi. La loro boria, larroganza acida della panna dimenticata in frigorifero, lo irritano.A sinistra si libera un posto.Loccupa subito, attirandosi la malcelata ostilità duna vecchietta piccola, brutta e cattiva. Quel posto spettava a lei. Era suo.
Spiacente. Sul serio. Ciò nonostante, entrambi rimarremo nelle rispettive posizioni: io seduto e lei in piedi. Vorrei che non mi giudicasse male. La mia non è maleducazione. Il fatto è che sono un tipo estremamente selettivo. Non faccio sedere gli anziani, ma solo i bambini. Lei non mi pare una bambina, quindi rimarrà dovè. Sale unaltra vecchietta, carica di borse.Ha la fortuna di trovare un posto libero, ma non si siede. Ci appoggia le borse. A chi si comporta così, reciderei le gambe. Senza anestesia. Devi essere ben sveglia, per capire cosa ti sto facendo. Hai le borse stanche? Sapessi le mie È la gente come te che me le sfianca. Basta. Adesso vengo lì, tiro giù il finestrino e ti butto via le vaccate che hai comprato. Sono sicuro che è tutta roba che non serve. Soldi buttati via. Sta per farlo davvero, ma si trattiene. Ehi, qualcuno ha ceduto il posto alla vecchietta piccola brutta e cattiva. Siede proprio vicino alluscita. È unindecenza. Fosse stato per lui Inutile recriminare.
Gli è venuta unidea: domani ha lintera mattinata a sua disposizione. Girerà la città in autobus nella speranza dincontrare la vecchietta e fregarle unaltra volta il posto.Tanto, ha labbonamento.
Parte Prima
Questa storia è vera. I cognomi dei protagonisti tranne che per occasionali riferimenti a prodotti attualmente in commercio sono stati sostituiti con nomi inventati. Giorgia era la mia vicina del mare. A volte compariva sul mio pianerottolo, intorno a mezzogiorno. Cominciava a cucinare e scopriva di aver dimenticato qualcosa, uova, cipolle, aglio o peperoncino. Mai che si ricordasse di tutto. Normalmente mi ero appena svegliato e finivo a mangiare con loro, Giorgia e Veronica, al piano di sotto, spaghetti col tonno or bacon and eggs. Un tantino pesante come colazione, e tornavo a letto fino alle quattro.
Giorgia era stata playmate nelledizione italiana di Playboy tre anni prima: aveva un fisico da togliere il fiato. Allepoca aveva continuato a posare per le riviste di biancheria, quanto bastava per accumulare il denaro per aprire unagenzia immobiliare, a Forte dei Marmi, un working che le lasciava una marea di tempo libero, e se ne stava sempre a leggere o a studiare, che dopo la laurea in Economia si era iscritta a Padova, Psicologia.
Lunica sfortuna del sottoscritto, nel conoscere questo pezzo di donna, era che era maledettamente lesbica. A suo tempo il dilemma le aveva causato una sorta di trauma. Per un paio danni aveva tentato di regolarizzarsi, si era applicata al sesso come ad una missione, poi aveva compreso definitivamente che il tato maschile non riusciva a piacerle.
Nel giugno del 1996, per sopire ad un desiderio represso di entrambi per dipanare una disputa che si trascinava da anni organizzammo una bischerata. Io sostenevo che la sfera maschile, anche al limite delleccitamento, mantiene una soglia dautocontrollo, sopra la quale riesce a percepire la presenza di un pericolo imminente. Giorgia, rifacendosi a una ricerca della Wanderm das Lust scuola di pensiero tedesca degli anni sessanta ribatteva che il sesso maschile attivo o passivo nella gestione dellamplesso rimane preda del partner fino al raggiungimento dellestasi finale, in una catarsi completa dellego pensante.
Per una corretta e completa comprensione della vicenda sono stati inseriti particolari che a prima vista possono sembrare insignificanti, ma che risultano indispensabili per linterpretazione degli sviluppi in oggetto.
(Ore) 11.30 Giorgia posteggia la sua Golf coupé (16 valvole blu metallizzato) nel parcheggio della spiaggia libera di Forte dei Marmi. Indossa un paio di bermuda aderenti neri orlati al di sotto dei glutei, un body bianco elasticizzato senza reggipetto e un paio di sandali rialzati a stivaletto. Ha i capelli raccolti allaltezza della nuca ed è abbronzantissima.
34 La spiaggia è quasi deserta, non è ancora stagione. Giorgia sistema il suo drappo vicino alla riva. Due fidanzatini alle sue spalle si carezzano al sole. Tre trentenni scheletrici, alla sua destra, inseguono unimprobabile abbronzatura. Due cinquantenni, poco più in là, giocano con un nipotino. Cento metri più indietro, molto più spostato sulla destra, un altro ragazzo prende la tintarella con gli occhiali da sole io.
11.35 Giorgia si toglie gli stivaletti, i bermuda neri e il body elasticizzato. Sulla spiaggia cala il silenzio. Sotto i bermuda indossa un paio di slip a filo interdentale con cordine che sgambano allaltezza dellombelico. Sette persone si chiedono quasi contemporaneamente come due palle di carne perfettamente abbronzate non siano soggette alla fondamentale equazione galileana. Giorgia, incurante di tutto, comincia a prendere il sole, supina.
11.54 Arriva unaltra coppietta. Nonostante le esplicite occhiate di lei, si sistemano dietro a Giorgia, che cambia posizione e si stende su se stessa. La ragazza appena arrivata, di un bianco polposo, rimane in maglietta; lui si siede sulla sabbia e comincia ad emettere curiosi respiri. Uno dei tre trentenni scheletrici, nel frattempo, ha spostato il telo perpendicolarmente a Giorgia, unico sulla spiaggia, 90° rispetto al sole. Ha infilato un paio di Rayban e ha cominciato a leggere un libro Bompiani di cui non riesco a distinguere il titolo.
12.17 La coppia di cinquantenni ha lasciato la spiaggia ed è stata sostituita da tre ragazzi + una lady, questultima decisamente carina, probabilmente la morosa di uno di loro. I tre ragazzi, in ogni modo, lasciano convergere (a turno) lo sguardo in direzione di Giorgia, che nel frattempo ha ripreso la posizione supina. Si sta verificando quello che avevamo previsto: la spiaggia libera di Forte, praticamente lunga un chilometro, si riempie concentricamente rispetto a Giorgia. Qualcuno abboccherà.
12.35 Ultimo arrivo, forse il più interessante: un ragazzo sui venticinque, armato di telo e bermuda. È il più coraggioso: ha sistemato il suo drappo parallelo a Giorgia, ad un paio di metri da lei, nella spiaggia deserta, poi si è sdraiato a prendere il sole. Giorgia non lo ha degnato di uno sguardo.
(1 continua)
Per Madre Teresa
Con vorrei apparire una noiosa bigotta, però ci tengo ad esprimere un paio di riflessioni su questa Santa dei nostri giorni.
La prima è che a tutti i "grandi", quelli che contano, nella chiesa e fuori, dà fastidio che il popolo la ritenga Santa, dunque è già in pole position per esserlo davvero.
In secondo luogo, la è diventata facendo, giorno, dopo giorno, dopo giorno, cose semplici e straordinarie: ha dato; si è dedicata a far stare meglio gli altri giorno, dopo giorno, dopo giorno, finché questo è diventato eclatante.
Ha dimostrato che si può vivere così.
Ha messo daccordo persone di tutte le provenienze e di tutte le religioni con molti fatti e senza tavole rotonde.
Riuscire a vivere così!
Barbara Peracchi
A volte, più un particolare sembra trascurabile, e più vale la pena che venga esaminato attentamente; spesso un dettaglio che a tutta prima appare nientaltro che una inutile complicazione del caso, se viene considerato e vagliato in modo scientifico, molto probabilmente è quello che servirà a chiarire la faccenda.
Arthur Conan Doyle
llustre Professore, in questa lettera troverà accluso un assegno di lire 50.000, che mi permetto inviarLe a saldo del Suo onorario. Mentre La ringrazio per le sue attente cure, che mi hanno grandemente giovato a superare il mio deplorevole esaurimento psichico, La prego di credermi, per sempre, il Suo riconoscente e devotissimo Napoleone IV.
Ennio Flaiano
Spesso mi sono chiesto se la maggioranza del genere umano si sia mai soffermata a riflettere sul significato dei sogni, talvolta colossale, e sul mondo oscuro cui appartengono.
Si può supporre che nei sogni la vita, la materia, la vitalità, così come la terra conosce tali cose, non siano necessariamente costanti, e che il tempo e lo spazio non esistano nel modo come noi da svegli li comprendiamo.
La vita non mi ha mai interessato quanto levasione lontano dalla vita.
Howard Phillips Lovecraft
Non vi parlerò di cosa ha significato per me la preparazione di questo numero. Non posso farvi questo.
Ci sono concetti che è meglio non esprimere. Qualcuno potrebbe dannarsi lanima.
Avrei in mente di rimescolare le carte in tavola. Il prossimo numero sarà lultimo con questimpostazione grafica.
Lintenzione sarebbe quella. Avendo ben presente che proprio le migliori intenzioni fanno da piastrelle per la strada che porta allInferno.
"Mi dicono dalla regia" che sta arrivando parecchia roba tramite Internet. Voi continuate pure a scrivere. Mandate racconti, poesie, articoli, riflessioni, aforismi, poemetti in prosa quello che vi pare, insomma.
Accettiamo anche disegni: vignette, strisce, illustrazioni qualsiasi cosa possa personalizzare (scusate la parolaccia, ma ero a corto di sinonimi) ulteriormente Riversando e Conversando.
È distribuito
Se navete la possibilità, potete inviare il tutto su floppy disk, salvando il disegno (o quello che è) in formato BMP, PCX, WMF, GIF o altro.
Producete e inviate.
Altrimenti fate quello che vi pare.
Noi non ci offendiamo.
In nessuno dei due casi.
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Scambio disturbo psicosomatico dovuto a forte stress emotivo, con altro di pari entità o valore. Rilascio, se necessario, la relativa garanzia, della durata di mesi 24. In caso di mancata soddisfazione, restituisco il disturbo permutato e mi riprendo il mio.
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