RIVERSANDO E CONVERSANDO N. 7.1998

Ideato e stampato in proprio da Rosario Vizzi e Enrico Cantino

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ps: posta 1° sinistra (linea fosforescente)(poesie)2°adestra(racconti)

3°sopra(liena a palline)(cronachesociale)

R&C 7 Versione Normale

Angolo diedro

Dovete scusarmi, ma oggi ho l’anima in déshabillé. Niente di serio: provo soltanto l’impulso di appallottolarmi e gettarmi nel cestino della carta straccia. Stasera mi aspetto al varco e me ne dico quattro. No. Facciamo cinque.

Articoli ................

Guida con lenti

Questa ve la devo proprio raccontare.

Merita.Novembre 1990

Pioggia battente. Parabrezza appannato. Svolta a destra. Strisce pedonali con allegata signora (non vista). Presa in pieno. La signora, voglio dire.

Chiamano ambulanza (per la signora) e vigili (per me). Mi trovano in evidente stato confusionale (più del solito, voglio dire). Redigono il verbale. Uno dei due cerca di tranquillizzarmi con un blando non si preoccupi. Seguo il suo consiglio. Non mi preoccupo.

Febbraio 1991

Arriva la multa. Mi contestano… la mancata precedenza sulle strisce! Sono 12.500 lire. Una sosta vietata la paghi esattamente il doppio: 25.000 lire. Pensiero stupendo: la vita umana non vale un cazzo.

Quasi in contemporanea, la Motorizzazione Civile civilmente m’informa ch’è stata stabilita, ai sensi dell’articolo 89 del codice stradale, la revisione della (mia) patente. Mi danno trenta giorni di tempo per sostenere sia teoria (in sede di revisione, l’esame è orale, non scritto), sia pratica. In caso di bocciatura, mi tolgono la patente e mi tocca ricominciare daccapo, come non l’avessi mai presa.

A scuola guida sostengono che non mi devo preoccupare. Anche loro. Sì, perché, in realtà, io ho sei mesi di tempo, per sostenere i due esami, e non trenta giorni.

Giugno 1991

Gli esami sono andati bene. Quindi, a rigor di logica, non mi dovrei preoccupare. Forse. Ma una settimana (o due) dopo, mi convocano i carabinieri di Via Abbeveratoia. Dobbiamo ritirarle la patente. Me la prendono e la mandano in Questura. Per posta.

Mobilitazione del nucleo familiare. La scuola guida ci "presta" i verbali originali che attestano che io ho superato i due esami. Li portiamo in Questura.

Ridotto in cenere sulla via di Damasco. Avevo solo trenta giorni di tempo, per rifare tutto. Io, però, ho impiegato quattro mesi. E se ne sono accorti dopo quattro mesi. Il giorno stesso in cui sostengo l’esame pratico, il Questore dispone il ritiro della mia patente.

Me la ridanno quando gli arriva. Sempre per posta.

Passano altre due settimane. Capito, più per disperazione che per caso, in Questura. La patente c’è. Il giorno dopo averne disposto il ritiro, infatti, il Questore ne dispone la restituzione, per avere verificato sui verbali l’avvenuto superamento delle due prove. Faccio per prenderla e tornare a casa.

– Dove va?…

– A casa…

– No, no. Adesso va a farsi restituire la patente dai carabinieri in viale Fonderie.

Chiudono il documento in una busta, e mi congedano. I carabinieri mi restituiscono finalmente la patente.

Allora: so di avere avuto torto. Fino in fondo. Ma era proprio necessario che io mi dovessi fare a piedi e da solo tutto ‘sto Golgota?

Evidentemente sì.

La nostra non è Democrazia.

È Burocrazia.

Enrico Cantino(guidaconlenti)

 

Ipocriti o coscienti?.................

Lo so: quello che vado a trattare è un argomento fastidioso che si può prestare anche a battute d’ilarità, ma secondo me va trattato in quanto fa parte dei problemi della nostra società.

Il titolo si presta molto bene perché rispecchia un dato di fatto del comportamento sociale.

Al giorno d’oggi si preferisce nascondere o emarginare ogni sorta di problema pur di dare un’immagine molto estetica e compatta: il marcio da una parte – o sotto lo zerbino – e il bello alla luce del sole. Ma intanto lo zerbino si gonfia, prolifica, si espande a macchia d’olio.

Difficilmente si potrà porre rimedio perché il marcio non è come una spiga di grano, che, tolta la spiga, è risolto il problema.

Il marcio è come un virus: si espande, agisce e si forma in una forte concatenazione, alimentata dal degrado e dall’emarginazione. ......

Uno dei tanti problemi è la prostituzione, mestiere illecito e secolare. Con esso si alimenta una delle branchie della delinquenza organizzata, sporco e immondo e tutto quello che ci sta dietro: speranze spezzate, ricatti, violenza… senza contare tutti i possibili contagi che si alimentano attraverso clienti occasionali e non. Il virus dilaga, ma a questo racket non occorre sapere quanti rimarranno infetti: fra droga e prostituzione, l’importante è guadagnare.

Sappiamo anche tutti gli sforzi che le forze dell’ordine eseguono 24 ore su 24, e tutte le trattative politiche per estirpare queste piaghe.

Una delle soluzioni proposte è la legalizzazione delle droghe leggere. Meno male che sono in pochi a pensarla così! Se venisse legalizzata solo per togliere fette di mercato alla delinquenza organizzata, si avrebbero per le strade drogati intontiti e maggiori problemi. Occorre più prevenzione.

Si sa che non attuare pene di 15 anni è una cosa moralmente valida, ma da una parte che si iniziano ad attuare delle soluzioni.

Nel caso della prostituzione andrebbe studiata una politica diversa. Prima della legge Merlin, esistevano le case di tolleranza legalizzate, dove chi voleva prestazioni mercenarie da parte di signore accondiscendenti, entrava in queste case pagava e otteneva le prestazioni.

Il vantaggio qual era? Primo, non si assistevano alle forme di degrado che abbiamo adesso: prostitute per i viali, con tutta lo sciame di balordi che rendono difficili le condizioni di tranquillità di quartieri o centri urbani frequentati da persone civili. Secondo, le prostitute erano assistite e controllate con costanti visite mediche. Terzo, le entrate di queste case venivano tassate, investendo i proventi nel sociale. È da ricordare che l’ingresso era controllato dalle forze dell’ordine, vietando l’accesso a chi non avesse la giusta età, limitando alla delinquenza introiti illeciti.

Quest’esempio sta a significare che, forse, quando si stava male, vi era più attenzione sui problemi sociali, l’uso delle droghe in Italia era del tutto inesistente.

L’esempio storico è da valutare in confronto all’attuale situazione come opposizione al prolificare di tale piaga: non significa accentuare lo sfruttamento del mercato del sesso ma contrapporvi una giusta azione.

Riaprire le case di tolleranza con un adeguato programma politico e sociale, potrà servire a togliere dalle strade le prostitute, cercando di migliorare delle situazioni di degrado sociale destinate a peggiorare.

Chi intende continuare nel mestiere può usufruire di tali case: saranno sottoposte a visite mediche, e tolte dal loro racket. Chi continuerà illegalmente verrà sottoposta a sanzioni penali severe. Se, invece, risulta realmente costretta a prostituirsi e collabora con la giustizia, verrà aiutata con un programma di reinserimento sociale, trovando un lavoro onesto. Chi invece per sua libera scelta vuole continuare nel mestiere di prostituta, potrà farlo all’interno di queste case. Risulterà libera professionista, verrà sottoposta a controlli, e vi sarà una doppia tassazione: una a chi gestirà le case di tolleranza e la seconda per coloro che esercitano il mestiere. Nessuna all’interno di queste case verrà costretta a questo mestiere.

Attuando una soluzione simile, lo stato non agevola la cultura dello sfruttamento, ma pone una soluzione , all’interno di quelle case. Vi sarà un programma di reinserimento sociale: chi vuole può rinunciare a fare la prostituta. La casa di tolleranza non obbliga nessuno nel mestiere illecito, anzi: si pone come strumento fra il racket e lo sfruttamento.

Le stesse case saranno controllate e le forze dell’ordine tuteleranno la tranquillità dei cittadini, verrà attuata maggior severità contro coloro che vorranno lesionare la dignità dell’uomo, specialmente chi spingerà alla prostituzione minorenni, o chi tratta la vita dell’uomo come mezzo di profitto illecito, mandando allo sbaraglio famiglie lontano dalle loro terre.

Al giorno d’oggi non occorre chiudersi gli occhi, o opporsi a delle soluzioni dicendo che si alimenta la cultura del degrado morale e poi te ne freghi, o, nella peggiore delle ipotesi, si parla bene e si razzola male. Siamo uomini viviamo in mezzo agli uomini, e per tanto per ogni problema affrontiamolo, e ricordiamoci che il politico vive e campa coi nostri soldi. Ottenuto il voto, deve lottare per primo per la povera gente e non per chi ha bisogno di leggi speciali per incassare fondi speciali per goderseli alla nostra faccia.

Ricordiamo a questi signori che devono tutelare per primo la gente semplice e non chi i miliardi li ha già.

Non far niente a tali problemi e poi correre quando lo zerbino e stracolmo di ogni tipo di merda non serve a niente: occorrono soluzioni attuabili e una presa di coscienza più reale.

Le parole sono belle, ma i fatti sono ben altra cosa. Questo citato, è uno dei tanti problemi nascosti sotto lo zerbino la gente normale non vuole delinquenti sotto casa con il rischio di finire in mezzo ad un regolamento di conti.

Rosario Vizzi (22/07/64)(ipocritiocoscienti)

Arte & arte, ovvero: raccomandati a parte.

Fra Picasso e Arteora

Parlare d’arte è anche troppo difficile, senza un quadro da giudicare.

Ricordo solamente che a palazzo Grassi, a Venezia, si tiene una rassegna in onore di Picasso. Potrete visitare e osservare le opere del noto maestro spagnolo, opere che segnarono la cultura artistica mondiale.

Nelle sue opere s’impone il carattere mediterraneo, la passione della sua terra si manifesta nei suoi personaggi.

Le sue opere evidenziano la cultura storica dell’epoca: non occorrevano scene di guerra, basta osservare i soggetti e i luoghi che lui ha ritratto per capire la sua epoca.

Nessuna delle opere esposte ha maggior o minore intensità da destare maggior attenzione.

Sono tutte da ammirare, quindi non mi resta che augurarvi felice visione.

Sottoponiamo ora al vostro giudizio l’opera rappresentata nella foto : "Pianeta Arteora" opera mista realizzata con pittura e materia, pannello 1.80×1.60, realizzata da Fabrizio Iandiorio, Flippo Negroni, Rosario Vizzi, Giovanna Verti.

Arteora è un gruppo artistico, che vanta nel proprio excursus diverse opere di grandi dimensioni in cui si unisce la materia con la pittura, ottenendo pregevoli risultati.

Nelle loro opere manifestano un messaggio d’unione e d’apertura a nuove culture. È da notare nella tela lo squarcio del cielo aperto con due mani di creta, gli arbusti di bambù che si contrappongono fra il pianeta e il cielo, e le teste di marziano ottenute con tronchi lavorate dalle acque del fiume.

Ricordatevi che aspettiamo le vostre opere: inviateci le foto, le pubblicheremo gratuitamente.

Presto saremo anche su Internet.

Rosario Vizzi (22/07/64).(arte e arte)

Poesie

Baciamo le porte dell’avvenire

 

Baciamo le porte dell’avvenire,sciolte da ottuse fissità.Al di là dei portali nudi passi gitani.

Barbara Paini

 

Ricordi

 

Col capo sul caldo buono del guanciale ,ho tessuto sull’orizzonte di porpora la ragnatela dei miei ricordi.

Michele Pianta

 

Caffè

 

Libi raffermi adduco mal convinte , scadenze incaute credenziali che colano fra i meandri di ciò che un tempo tu chiamavi

"caffè".

Enrico Cantino

 

Impulso del momento

 

Impulso del momento ,subita nea follia meditata , illusione atroce,meravigliosa utopia,vana speranza

di tornare a vivere,Fenice nascente dalle ceneri misere,perse nell’oblio del nulla,dei propri sogni,vacue speranze

di vita felice ormai stoltamente mutate in spietate realtà di morte crudele dal fallo scellerato d’un folle animo

debole e sognatore.

Tom Joad

 

Sociale o serale

 

Sociale o serale e la vita è da cagare,Per ogni giorno da campare .

La vita pone davanti il suo buon giorno ,col salumiere e il garzone da pagare.

Per ogni giorno da lavorare "troppa grazia" pensa il disoccupato, mentre malinconico si avvia nel piazzale

dell’attesa.

Sociale e serale questa vita sembra proprio un bell’affare , per il ragazzo dagli studi completati , il papà ben situato

e il ruolo rafforzato "amministratore delegato" mentre il Ferrari gli ha regalato.,

Sogni e gloria, per il bimbo dai calzoni rotti , tutto sporco in faccia ,mentre la vita gli abbraccia la famiglia.

Serale e sociale , anche per oggi c’è da pensare , per il maestro abbandonato fra un tema e un senso di colpa,

per la gioventù vissuta e la vecchiaia ch’è arrivata.

Sociale serale ,un'altra giornata è appena passata.

Rosario Vizzi (22/07/64).

L’importanza di un nome

 

Anche il nome che noi abbiamo è molto importante , sia da piccolo che quando sei grande, quando scriviamo una lettera,

e la firmiamo, quando ci chiamano e rispondiamo, tutto questo noi lo facciamo, tramite il nome che noi portiamo.

Quando Dio l’uomo ha creato, un semplice nome con gioia gli ha dato,poi battezzandolo gli ha detto: "Fa che il tuo nome

abbia molto rispetto, e se questo sarai in grado di fare , il tuo nome non sarà pronunciato mai in male".

Massimiliano Cavezzi

 

L’orso

 

Ieri sera ho visto un orso alla televisione. Mi attirava,quel bestione, era là sul ghiaccio sdraiato, più di due quintali avrà pesato.

Ma quel grande orso aveva un crudele destino ,perché un cacciatore era sul suo cammino,e prima che lui potesse reagire,

quell’assassino lo fece morire.

Massimiliano Cavezzi

 

Riflessioni di un poeta

 

una sera d’estate,e la rugiada mi bagna.Sono qui solo su questa montagna ,penso e ripenso al mio futuro,ma ogni giorno che passalo vedo più duro:rifletto con calma sulla mia esistenza ,scoprendone subito la vera essenza ,di solitudine ormai infinita di questa mia povera vita.Con chi sfogarmiio non saprei ,a nessuno interessano i fatti miei ,e poi se lo faccio non risolverei niente,

farei solo saperei miei problemialla gente.Perciò quindi allora,mi rivolgo a Te,Tu che dall’altosai tutto di me,Tu che conosci le mie manie,le mie abitudinile mie fobie,e che quando combino cazzate,fai sempre in modoche sian perdonate.Di tutto questo io ti ringrazio,anche se in fondosono uno strazio,Tu che mi leggi dentro nel cuore,sai che io cercoinvano l’Amore,per cui Ti prego fai in modo che,la mia cara Paolasi metta con me.Stendi su noi la Tua Santa Mano,e quando ho bisognodammi un richiamo,aiutami a mettermi sulla retta via,in modo che Paola contenta lei sia. Proteggi tanto anche i miei genitori,ai quali io ho dato pene e dolori ,ma come ogni figlio anch’io ho sbagliato, spero soltanto di esser perdonato.

Ma mentre Ti parlo, mi sto accorgendo ,che passan le ore in un momento,perciò adesso io Ti saluto,e Ti ringrazio per il Tuo aiuto,per aver ascoltato su questa pianeta,le riflessioni di un triste poeta.

Massimiliano Cavezzi .

Racconti

Posti a sedere n. 32

 

Sulla targhetta c’è scritto che i posti a sedere sono 32.Lui dev’essere il n. 33.È l’unico in piedi.Una vecchietta gli ha fregato il posto.Qualcuno si alzi: voglio sedermi. Lei, per esempio. Si alzi lei. È ancora giovane, si vede ad occhio nudo. Mi ceda il posto. Stare in piedi fa bene: riattiva la circolazione, conferisce nuovo vigore alle gambe stanche. Non che lei ne abbia bisogno, ma…Niente da fare.Non si alza.Aspetterà la fermata successiva: qualcuno dovrà pur scendere.Vecchi. Soltanto vecchi. Li vedi alla fermata del bus che sembrano moribondi. Una volta saliti, diventano tutti eredi di Mennea. Raggiungono correndo un sedile e ci si inchiodano sopra, pretendendolo da un giovane se lo trovano occupato. Una volta ho visto un vecchio che diceva ad un ragazzino: "Idiota, fammi sedere". Quel coglione gli ha ceduto il posto.Almeno uno deve lasciarlo in piedi. La loro boria, l’arroganza acida della panna dimenticata in frigorifero, lo irritano.A sinistra si libera un posto.L’occupa subito, attirandosi la malcelata ostilità d’una vecchietta piccola, brutta e cattiva. Quel posto spettava a lei. Era suo.

Spiacente. Sul serio. Ciò nonostante, entrambi rimarremo nelle rispettive posizioni: io seduto e lei in piedi. Vorrei che non mi giudicasse male. La mia non è maleducazione. Il fatto è che sono un tipo estremamente selettivo. Non faccio sedere gli anziani, ma solo i bambini. Lei non mi pare una bambina, quindi rimarrà dov’è. Sale un’altra vecchietta, carica di borse.Ha la fortuna di trovare un posto libero, ma non si siede. Ci appoggia le borse. A chi si comporta così, reciderei le gambe. Senza anestesia. Devi essere ben sveglia, per capire cosa ti sto facendo. Hai le borse stanche? Sapessi le mie… È la gente come te che me le sfianca. Basta. Adesso vengo lì, tiro giù il finestrino e ti butto via le vaccate che hai comprato. Sono sicuro che è tutta roba che non serve. Soldi buttati via. Sta per farlo davvero, ma si trattiene. Ehi, qualcuno ha ceduto il posto alla vecchietta piccola brutta e cattiva. Siede proprio vicino all’uscita. È un’indecenza. Fosse stato per lui… Inutile recriminare.

Gli è venuta un’idea: domani ha l’intera mattinata a sua disposizione. Girerà la città in autobus nella speranza d’incontrare la vecchietta e fregarle un’altra volta il posto.Tanto, ha l’abbonamento.

Enrico Cantino

 

Una scommessa d’estate

Parte Prima

 

Questa storia è vera. I cognomi dei protagonisti – tranne che per occasionali riferimenti a prodotti attualmente in commercio – sono stati sostituiti con nomi inventati. Giorgia era la mia vicina del mare. A volte compariva sul mio pianerottolo, intorno a mezzogiorno. Cominciava a cucinare e scopriva di aver dimenticato qualcosa, uova, cipolle, aglio o peperoncino. Mai che si ricordasse di tutto. Normalmente mi ero appena svegliato e finivo a mangiare con loro, Giorgia e Veronica, al piano di sotto, spaghetti col tonno or bacon and eggs. Un tantino pesante come colazione, e tornavo a letto fino alle quattro.

Giorgia era stata playmate nell’edizione italiana di Playboy tre anni prima: aveva un fisico da togliere il fiato. All’epoca aveva continuato a posare per le riviste di biancheria, quanto bastava per accumulare il denaro per aprire un’agenzia immobiliare, a Forte dei Marmi, un working che le lasciava una marea di tempo libero, e se ne stava sempre a leggere o a studiare, che dopo la laurea in Economia si era iscritta a Padova, Psicologia.

L’unica sfortuna del sottoscritto, nel conoscere questo pezzo di donna, era che era maledettamente lesbica. A suo tempo – il dilemma – le aveva causato una sorta di trauma. Per un paio d’anni aveva tentato di regolarizzarsi, si era applicata al sesso come ad una missione, poi aveva compreso – definitivamente – che il tato maschile non riusciva a piacerle.

Aveva lasciato perdere.

Nel giugno del 1996, per sopire ad un desiderio represso di entrambi – per dipanare una disputa che si trascinava da anni – organizzammo una bischerata. Io sostenevo che la sfera maschile, anche al limite dell’eccitamento, mantiene una soglia d’autocontrollo, sopra la quale riesce a percepire la presenza di un pericolo imminente. Giorgia, rifacendosi a una ricerca della Wanderm das Lust – scuola di pensiero tedesca degli anni sessanta – ribatteva che il sesso maschile – attivo o passivo nella gestione dell’amplesso – rimane preda del partner fino al raggiungimento dell’estasi finale, in una catarsi completa dell’ego pensante.

Per una corretta e completa comprensione della vicenda sono stati inseriti particolari che a prima vista possono sembrare insignificanti, ma che risultano indispensabili per l’interpretazione degli sviluppi in oggetto.

(Ore) 11.30 – Giorgia posteggia la sua Golf coupé (16 valvole – blu metallizzato) nel parcheggio della spiaggia libera di Forte dei Marmi. Indossa un paio di bermuda aderenti – neri – orlati al di sotto dei glutei, un body bianco elasticizzato senza reggipetto e un paio di sandali rialzati a stivaletto. Ha i capelli raccolti all’altezza della nuca ed è abbronzantissima.

 

 

 

 

 

34 – La spiaggia è quasi deserta, non è ancora stagione. Giorgia sistema il suo drappo vicino alla riva. Due fidanzatini – alle sue spalle – si carezzano al sole. Tre trentenni scheletrici, alla sua destra, inseguono un’improbabile abbronzatura. Due cinquantenni, poco più in là, giocano con un nipotino. Cento metri più indietro, molto più spostato sulla destra, un altro ragazzo prende la tintarella con gli occhiali da sole – io.

11.35 – Giorgia si toglie gli stivaletti, i bermuda neri e il body elasticizzato. Sulla spiaggia cala il silenzio. Sotto i bermuda indossa un paio di slip a filo interdentale con cordine che sgambano all’altezza dell’ombelico. Sette persone si chiedono quasi contemporaneamente come due palle di carne perfettamente abbronzate non siano soggette alla fondamentale equazione galileana. Giorgia, incurante di tutto, comincia a prendere il sole, supina.

11.54 – Arriva un’altra coppietta. Nonostante le esplicite occhiate di lei, si sistemano dietro a Giorgia, che cambia posizione e si stende su se stessa. La ragazza appena arrivata, di un bianco polposo, rimane in maglietta; lui si siede sulla sabbia e comincia ad emettere curiosi respiri. Uno dei tre trentenni scheletrici, nel frattempo, ha spostato il telo perpendicolarmente a Giorgia, unico sulla spiaggia, 90° rispetto al sole. Ha infilato un paio di Rayban e ha cominciato a leggere un libro Bompiani di cui non riesco a distinguere il titolo.

12.17 – La coppia di cinquantenni ha lasciato la spiaggia ed è stata sostituita da tre ragazzi + una lady, quest’ultima decisamente carina, probabilmente la morosa di uno di loro. I tre ragazzi, in ogni modo, lasciano convergere (a turno) lo sguardo in direzione di Giorgia, che nel frattempo ha ripreso la posizione supina. Si sta verificando quello che avevamo previsto: la spiaggia libera di Forte, praticamente lunga un chilometro, si riempie concentricamente rispetto a Giorgia. Qualcuno abboccherà.

12.35 – Ultimo arrivo, forse il più interessante: un ragazzo sui venticinque, armato di telo e bermuda. È il più coraggioso: ha sistemato il suo drappo parallelo a Giorgia, ad un paio di metri da lei, nella spiaggia deserta, poi si è sdraiato a prendere il sole. Giorgia non lo ha degnato di uno sguardo.

(1 – continua)

Raffaele Gambigliani Zoccoli

 

Riflessioni

Per Madre Teresa

 

Con vorrei apparire una noiosa bigotta, però ci tengo ad esprimere un paio di riflessioni su questa Santa dei nostri giorni.

La prima è che a tutti i "grandi", quelli che contano, nella chiesa e fuori, dà fastidio che il popolo la ritenga Santa, dunque è già in pole position per esserlo davvero.

In secondo luogo, la è diventata facendo, giorno, dopo giorno, dopo giorno, cose semplici e straordinarie: ha dato; si è dedicata a far stare meglio gli altri giorno, dopo giorno, dopo giorno, finché questo è diventato eclatante.

Ha dimostrato che si può vivere così.

Ha messo d’accordo persone di tutte le provenienze e di tutte le religioni con molti fatti e senza tavole rotonde.

Riuscire a vivere così!

Barbara Peracchi

 

Aforismi

Certe creature sono proprio segnate dalla fatalità e debbono seguire il loro maledetto destino.Carolina Invernizio

 

Rifiutarsi di ascoltare un’opinione perché la si considera sicuramente falsa significa presumere che la propria certezza sia l’assoluta certezza.John Stuart Mill

 

Le cose non dette hanno una vita meno evidente di quelle che sono state rivelate dalla parola, ma una volta che questa vita l’hanno acquistata, non se la lasciano sminuire da altre parole soltanto.Italo Svevo

 

 

A volte, più un particolare sembra trascurabile, e più vale la pena che venga esaminato attentamente; spesso un dettaglio che a tutta prima appare nient’altro che una inutile complicazione del caso, se viene considerato e vagliato in modo scientifico, molto probabilmente è quello che servirà a chiarire la faccenda.

Arthur Conan Doyle

 

 

llustre Professore, in questa lettera troverà accluso un assegno di lire 50.000, che mi permetto inviarLe a saldo del Suo onorario. Mentre La ringrazio per le sue attente cure, che mi hanno grandemente giovato a superare il mio deplorevole esaurimento psichico, La prego di credermi, per sempre, il Suo riconoscente e devotissimo Napoleone IV.

 

Ennio Flaiano

 

Spesso mi sono chiesto se la maggioranza del genere umano si sia mai soffermata a riflettere sul significato dei sogni, talvolta colossale, e sul mondo oscuro cui appartengono.

Si può supporre che nei sogni la vita, la materia, la vitalità, così come la terra conosce tali cose, non siano necessariamente costanti, e che il tempo e lo spazio non esistano nel modo come noi da svegli li comprendiamo.

La vita non mi ha mai interessato quanto l’evasione lontano dalla vita.

Howard Phillips Lovecraft

 

 

Avvisi redazionali

Non vi parlerò di cosa ha significato per me la preparazione di questo numero. Non posso farvi questo.

Ci sono concetti che è meglio non esprimere. Qualcuno potrebbe dannarsi l’anima.

Avrei in mente di rimescolare le carte in tavola. Il prossimo numero sarà l’ultimo con quest’impostazione grafica.

L’intenzione sarebbe quella. Avendo ben presente che proprio le migliori intenzioni fanno da piastrelle per la strada che porta all’Inferno.

"Mi dicono dalla regia" che sta arrivando parecchia roba tramite Internet. Voi continuate pure a scrivere. Mandate racconti, poesie, articoli, riflessioni, aforismi, poemetti in prosa… quello che vi pare, insomma.

Accettiamo anche disegni: vignette, strisce, illustrazioni… qualsiasi cosa possa personalizzare (scusate la parolaccia, ma ero a corto di sinonimi) ulteriormente Riversando e Conversando.

È distribuito gratuitamente.

Se n’avete la possibilità, potete inviare il tutto su floppy disk, salvando il disegno (o quello che è) in formato BMP, PCX, WMF, GIF o altro.

Producete e inviate.

Altrimenti fate quello che vi pare.

Noi non ci offendiamo.

In nessuno dei due casi.

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Regalo – a chiunque – tipica pantegana da salotto, in grigio-topo screziato, affabile, buon carattere, servizievole, corredata di museruola anti-morso e adeguata profilassi batterica.

 

Operatrice sessuale specializzata in pratiche sado-naso, ardita sperimentatrice di sevizie nasali, effettua brutali visite a domicilio, impartendo lesioni private a prezzi decisamente concorrenziali. Si prevedono frequenti repliche.

Scambio disturbo psicosomatico dovuto a forte stress emotivo, con altro di pari entità o valore. Rilascio, se necessario, la relativa garanzia, della durata di mesi 24. In caso di mancata soddisfazione, restituisco il disturbo permutato e mi riprendo il mio.

 

Riversando e Conversando è un’idea (in continua evoluzione) di Enrico Cantino e Rosario Vizzi.

GRAFICA E IMPAGINAZIONE PER INTERNET : VIZZI ROSARIO

(220764) RES INTERNET SOLUTIONS res@vizzi.it

P.S. La Res per il momento non e' società né cooperativa, pertanto i nostri servizi per internet sono gratuiti .

NEL RISPETTO DELLE LEGGI IN VIGORE CI LIMITIAMO SOLAMENTE ALLA CREAZIONE " GRATUITA" DEI SITI WEB E NON ALLA PUBBLICAZIONE COMMERCIALE SU INTERNET. POSSIAMO CONSIGLIARE, CONTATTARE E PUBBLICARE PRESSO PROVIDERS E SITI CHE METTONO A DISPOSIZIONE SPAZI GRATUITI (senza finalità commerciali).

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Contributo alla realizzazione sul Web: Alessandro M./Pegaso2